MICHELE BRANCALE
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Perché abbiamo bisogno dei "classici"? Le ipotesi di Nannipieri

Incontro al Vieusseux mercoledì 9 ottobre alle 17.30

La copertina del libro di Luca Nannipieri

La copertina del libro di Luca Nannipieri

Firenze, 9 ottobre 2024 - Cosa cerchiamo nei libri, nelle opere d'arte, in quei pilastri che chiamiamo come "classici"? Forse la durata di noi stessi. "Il classico è un'insoppimibile esigenza orientativa che abbiamo per provare a dare senso e a governare il mondo", spiega Luca Nannipieri, autore e critico d'arte, che, oggi, alle 17.30, sarà ospite del Gabinetto Vieusseux con il libro 'Che cosa sono i classici' (Skira). L'introduzione affidata al presidente del Vieusseux Riccardo Nencini. Si aspira come scrittori e artisti a diventare "classici" perché si pensa che quelle create siano opere immortali, "ma se guardiamo la storia delle civiltà, ciò che constatiamo è che la caratteristica più inesorabile delle opere umane è proprio la loro mortalità". Eppure non si muore per sempre, perché è vero che alcuni classici apparentemente sepolti riaffiorano anche dopo secoli tornando in vita. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.