MAURIZIO COSTANZO
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Sesto, apre la mostra dedicata ai simbolisti ‘Sogni d’Arcadia'

A ingresso gratuito dal 13 aprile al 7 giugno

La copertina

La copertina

Firenze, 10 aprile 2025 – Sogni d’Arcadia. Sigmund Lipinsky e gli ultimi tedeschi-romani, a cura di Emanuele Bardazzi, è la tredicesima mostra del progetto “Alto/Basso” che coinvolge tre sedi espositive del comune di Sesto Fiorentino: il Centro Antonio Berti (via Bernini, 57), La Soffitta Spazio delle Arti (piazza Rapisardi, 6 - Colonnata) e il Rifugio Gualdo (strada panoramica Colli Alti). Aperta a ingresso gratuito dal 13 aprile al 7 giugno (orari: dal martedì al sabato 16.00-19.00, domenica 10.00-12.00 / 16.00-19.00), è arricchita da un catalogo edito da Polistampa. Seguendo il modello della fortunata esposizione Incubi nordici e miti mediterranei del 2014, che aveva per protagonista Max Klinger e i maestri della grafica simbolista, al centro della scena è oggi Sigmund Lipinsky (Graudenz, 1873 - Roma, 1940), di cui sono esposte complessivamente 230 opere tra dipinti, disegni e incisioni. Si tratta della mostra più esaustiva finora realizzata in Europa, offrendo una panoramica oltremodo esaustiva della sua produzione realizzata a Roma, ispirata allo spirito della classicità e del primo Rinascimento. La prima generazione dei cosiddetti Deutsche-Römer, rappresentata soprattutto da Arnold Böcklin, Anselm Feuerbach, Hans von Marées e Adolf von Hildebrand, aveva maturato con rinnovata consapevolezza quel legame romantico con l’Italia stabilito da Goethe in poi attraverso i viaggiatori tedeschi del Grand Tour e i pittori Nazareni. Nel 1988 una grande mostra realizzata a Monaco di Baviera, e poco dopo a Roma, aveva approfondito il tema, tralasciando però la generazione successiva. Sogni d’Arcadia colma questa lacuna affiancando a Sigmund Lipinsky, che fu spinto a dedicarsi all’incisione proprio da Klinger insieme agli altri amici Otto Greiner e Max Roeder, anch’essi tedeschi-romani, una ricca selezione di artisti di area mitteleuropea a lui contemporanei accomunati dall’amore per il nostro paese, dove trascorsero periodi più o meno lunghi. “Il bel paese”, spiega il curatore, “appariva il luogo ideale per ipotizzare un’esistenza alternativa nel rapporto quotidiano con la semplicità spontanea del volgo italico, soprattutto quello rurale dell’Agro romano che viveva condizioni di arretratezza, ritenuto per questa ragione immune dalle regole culturali di tipo borghese grazie alle sue abitudini ancestrali e ancora incorrotte, che sembravano appartenere alle leggende antiche e alla sacralità del mondo pastorale”. Il Centro Espositivo Antonio Berti è interemente dedicato a Lipinsky, con dipinti e disegni esposti oggi per la prima volta. Alla Soffitta è invece raccolta la sua opera incisa pressoché completa – inclusa la celebre serie dell’Odissea e i raffinatissimi ex libris – affiancata dai lavori degli amici più stretti, da Klinger a Greiner. A Gualdo sono infine raccolti tutti gli altri artisti, tra cui Arnold Bocklin, Max Roeder, Hermann Hirzel, Albert Welti, Rudolf Jettmar, Sascha Schneider, Marcus Behmer, Hans Thoma, Erich Wolfsfeld, Paul Bürck, Adolf Hiremy-Hirschl.

Maurizio Costanzo