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Tesori nascosti, allo Spazio Alfieri il cinema si tinge di rosa

Dal 9 al 30 gennaio, ogni martedì quattro registe raccontano il mondo di oggi attraverso lo sguardo e la sensibilità femminile.

Ritorno a Seoul

Ritorno a Seoul

Firenze, 3 gennaio 2024 - Pensare donna. Lo Spazio Alfieri apre la nuova stagione raccontando il presente attraverso gli occhi, il talento e la prospettiva di quattro registe, protagoniste della rassegna "Tesori nascosti", in programma ogni martedì dal 9 al 30 gennaio. I film selezionati dal critico Boris Schumacher affrontano con lucidità, tenerezza e un'inedita forza espressiva temi moderni e universali come la famiglia e la maternità, la spiritualità e le radici, disegnando sullo schermo personaggi che non si dimenticano.

Come Freddie - interpretata dall'attrice esordiente Park Ji-min - una ragazza adottata da una coppia francese che da Parigi arriva a Seoul alla ricerca dei genitori biologici, scoprendo per la prima volta le sue origini e il paese dov'è nata: "Ritorno a Seoul", diretto da Davy Chou, è un film sorprendente, che tra ellissi e stacchi temporali avvicina l'Occidente all'Oriente, e la sua protagonista al proprio passato. Oppure Sophie - l'attrice Frankie Coro, al debutto - che a distanza di vent'anni ricorda l'ultima vacanza estiva trascorsa in un resort turco con il padre Calum - il candidato all'Oscar Paul Mescal - nell'intenso e doloroso ritratto di famiglia dipinto dalla scozzese Charlotte Wells con la sua celebrata opera prima "Aftersun"

Viaggi che attraversano il tempo e lo spazio, la speranza e la disperazione, come il percorso della diciassettenne Autumn, vittima di una gravidanza indesiderata, e costretta dalla Pennsylvania rurale a recarsi a New York con la cugina Skylar per poter abortire, tra strutture burocratiche e violenza psicologica: "Mai raramente a volte sempre" di Eliza Hittman prende spunto dalle risposte - numerose e ripetitive - che la giovane deve dare ai responsabili della clinica per accedere ad un suo diritto.

E' un esordio folgorante, intriso di storia, favola e spiritualità, anche il debutto di Laura Samani, premiata con il David di Donatello per "Piccolo corpo", ambientato in una piccola isola del nord est italiano agli inizi del Novecento: la giovane Agata, dopo aver perso la figlia alla nascita, deve affrontare la rigida tradizione cattolica, che impone di non battezzare i neonati in assenza di respiro; così, pur di non vederla condannata al Limbo, abbandona in segreto l'isola, portandola con sé in un luogo magico, dove i bambini vengono riportati in vita per il tempo di un battito, quello necessario a battezzarli.