
Ugo Tognazzi in una scena di Amici Miei
Firenze, 23 marzo 2025 – Il film Amici Miei quest’anno festeggia i 50 anni dell’uscita nei cinema. E oggi, nel giorno dell’anniversario della nascita del suo attore simbolo Ugo Tognazzi, alle ore 10 l’Associazione Culturale Contemascetti dedicherà al Capodanno dell’Annunciazione o Fiorentino una delle sue classiche passeggiate di cineturismo.
All’interno delle quali c’è proprio una delle scene più amate ambientata nella Piazza della Santissima Annunziata, in prossimità della fontana, con l’arrivo in auto del goliardico gruppetto di amici con lo scherzo al povero Righi della parola d’ordine al fioraio. “Si tratta di un’iniziativa gratuita della nostra associazione compartecipata dal Consiglio Regionale della Toscana. Illustreremo per l’occasione la storia che sta dietro a questa ricorrenza e ci soffermeremo nella nostra passeggiata, già ricca di tradizione, prima sulla stupenda piazza l’arco centrale del portico ed il portone centrale prima di visitare l’interno della Basilica. Proseguiremo poi con il nostro classico percorso sui luoghi set del film visitando angoli più e meno noti del capoluogo toscano riscoprendo le scene più divertenti fino a giungere a Piazza Santo Spirito dove termineremo la nostra passeggiata. Evento realizzato con la compartecipazione del Consiglio Regionale della Toscana”.
Ugo Tognazzi, attore monumentale nella sua naturalezza, capace come pochi di mutare registro tra il comico e il drammatico con una semplice smorfia e un battito di ciglia, Ugo Tognazzi ha saputo costruirsi protagonista giocando sempre da coprotagonista, usando il registro dell'understatement anche quando faceva il mattatore, dipingendosi come uomo normale, sempre in prima fila nel prendere in giro se stesso e l'italiano medio. Figlio di assicuratore, crebbe da girovago fino a ritornare nella sua Cremona (dov'era nato il 23 marzo 1922) da adolescente, a 14 anni, cementando un legame che avrebbe coltivato per tutta la vita. In teatro esordì, inconsapevole, a soli 4 anni al teatro Donizetti di Bergamo, ma alla sua verve comica doveva la possibilità di evitare la prima linea durante il servizio militare, quando per tutta la guerra fu assegnato a spettacoli per risollevare il morale della truppa, compresa la breve parentesi in marina ai tempi della Repubblica di Salò.
Assunto come ragioniere al salumificio Negroni, lo lasciò nel 1945 per una serata dei dilettanti al Teatro Puccini di Milano, Lì venne notato e ingaggiato dalla compagnia di Wanda Osiris per far coppia con Walter Chiari e cinque anni dopo debuttava al cinema con "I cadetti di Guascogna" di Mario Mattoli. La svolta venne l'anno dopo con l'incontro con Raimondo Vianello, la scoperta della tv. Aveva già fatto tutta la gavetta sui set di commedie e farse quando, dopo il licenziamento in tronco dalla Rai nel 1959 per una gag che alludeva al Presidente Gronchi, scelse definitivamente il cinema. La svolta coincide con "Il federale" del 1961 diretto da Luciano Salce e poi con "La marcia su Roma" di Dino Risi: due successi popolari che ne fanno un autentico antidivo e gli aprono le porte di Cinecittà.
Nel '63 comincia il suo sodalizio con Marco Ferreri ("L'ape regina"), nel '64 partecipa al trionfo de "I mostri", nel '65 giganteggia in "Io la conoscevo bene" di Antonio Pietrangeli, nel '67 dirige il suo film più ambizioso, "Il fischio al naso" dalla novella di Buzzati. Da lì in avanti la sua carriera sarà in costante ascesa: basti ricordare gli eccessi de "La grande abbuffata", la trilogia di "Amici miei" e il sodalizio umano e artistico con Mario Monicelli, il trionfo anticonformista de "Il vizietto", le collaborazioni con Pasolini ("Porcile"), Scola "Il commissario Pepe"), Luigi Magni ("Nell'anno del Signore"), Luigi Comencini ("L'ingorgo"), Alberto Bevilacqua ("La califfa"), Bertolucci. Quattro figli da tre compagne (Pat O'Hara, Margarete Robsahm, l'adorata moglie Franca Bettoja), Ugo Tognazzi era un uomo fedele: legatissimo a Luciano Salce, Marco Ferreri, Dino Risi, Mario Monicelli, ha avuto in Raimondo Vianello (prima) e Vittorio Gassman (dopo) i più grandi complici. Tanto che Alessandro Gassmann, cresciuto a sua volta anche nella "tribù" dei Tognazzi, ricorda esilarato le gare tra i due per ingrandire e popolare le rispettive cucine nelle case di Velletri, sorte l'una a fianco all'altra e progressivamente ingrandite in una gara al primato che coinvolgeva tutti gli amici comuni. Del resto fino alla fine Gassmann&Tognazzi (nati nello stesso anno) vissero quasi in simbiosi, colti entrambi dalla depressione sul crinale della maturità.
Maurizio Costanzo