Firenze, 1 agosto 2011 - «CIAO BENEDETTA, sono io l’autista della Sita», inizia così con poche, semplici, dirette, parole la lettera di Alessandro. Scrive a Benedetta Mastropietro, meno che ventenne, strappata alla vita nella notte fra giovedì e venerdì, a ventiquattr’ore dal tremendo scontro sulla Provinciale Grevigiana. La sua auto contro un autobus blu della Sita, il fragile corpicino di donna in divenire straziato in una Yaris. La morte dietro la curva, con le sembianze di un mastodontico autobus di linea. Colpe o responsabilità sono ancora da chiarire, nelle mani degli inquirenti che hanno effettuato i rilievi.
La città intanto è sconvolta, prega, ed esprime solidarietà alla famiglia di Benedetta e all’autista Alessandro. Che non sa darsi pace, anche lui. «Sono distrutto», scrive sul sito de La Nazione. Sceglie internet per sfogare il suo dolore e far sapere a tutti come è andata e come ha vissuto a tragedia. Vorrebbe parlare anche ai familiari. E così scrive sulla bacheca, in calce all’articolo che racconta i funerali di Benedetta. Senza imporre le sue parole, senza disturbare. Il suo commento fra i tanti, arriva alle 17,14 di sabato. «Non ti conoscevo o forse qualche volta ti ho portata a Firenze senza ricordarlo.
Quel maledetto mercoledì su quella curva non ho potuto fare niente, sei arrivata in un attimo, ho frenato ma niente: lo scontro è stato inevitabile. Ho attivato tutti i soccorsi possibili da subito, senza perdere la forza, che però ho perso dal giorno dopo, vederti nella tua auto, un’immagine che mi sta logorando a tal punto che sono caduto in depressione e che mi ha costretto a letto per due giorni senza il minimo delle forze. Avrei voluto essere presente al tuo ultimo saluto con i tuoi cari e amici, ma non ce l’ho fatta, adesso sono in lacrime mentre scrivo e sicuramente ti farò visita quando ritroverò la forza».
Piange sulla tastiera del suo computer l’autista Alessandro. Piange ricordando il volto e il corpo di Benedetta intrappolato nell’auto che si è schiantata contro il mezzo da lui guidato.
«Questo mio messaggio — conclude — è un abbraccio ai familiari di Benedetta e a tutti coloro che condividevano la sua vita quotidiana, d’ora in poi sarai sempre anche con me Benedetta. Proteggici da lassù. Alessandro».
Tra i commenti c’è anche quello di Fabio: «Passo spesso da quella strada e ieri ho visto i fiori e il cartello scritto dagli amici e il mio pensiero è andato alla famiglia e all’autista della Sita e mi sento di abbracciarli forte».
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