Egregio Direttore, ho letto molto volentieri l’articolo sui luoghi dimenticati in cui il Mostro di Firenze ha ucciso vittime innocenti. Non credo però che siano davvero dimenticati. La gente non può dimenticare tante vittime innocenti, non può dimenticare Renzo Rontini e la sua battaglia per la giustizia, la voglia di dedicare il luogo in cui ha perso la sua Pia proprio al ricordo. Sono stata lì, ho strappato via le erbacce e mi sono resa conto di una cosa: quelle croci sono lì anche per non far calare il silenzio su una giustizia che non si è compiuta fino in fondo. Tante tragedie in questo paese vengono dimenticate,troppe.
Chiara Giovannini Firenze
Gentile Signora, grazie per l’apprezzamento che giro all’autore del reportage, il collega Stefano Cecchi. L’ho letto anch’io con grande piacere e interesse, e con un fondo di emozione. Perchè mi creda, la vicenda del mostro è un buco nero che resta in ognuno di noi. Una paura, un incubo, un velo che ci copre, ci accompagna. Quando ci capita di soffermarci in una zona di campagna, ovunque, quando i nostri figli escono con le morose e i morosi. Anch’io, per il mio lavoro, ho conosciuto Rontini, e ho visto la sua Pia composta nella bara. Ho seguito le sue battaglie, ho pianto la sua morte sapendo che quella ricerca di giustizia sarebbe finita con lui. Perchè il mostro, in fondo, è ancora un mistero. Sono ancora tanti mostri e forse nessuno. Eppure quei ragazzi morirono, mutilati. Questa è l’unica certezza. Che resta nei cuori di chi li amò, nei luoghi dove furono uccisi. E io mi auguro, cara Signora, che altri come Lei strappino le erbacce e mantengano vivo il rispetto e il ricordo. Sperando che anche la giustizia, un giorno, si ricordi sul serio di loro.
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