Firenze, 3  maggio 2014 -  MARCELLO Giannini era la fiorentinità. Se vi si aggiunge la parola calcio, era anche il calcio, o meglio la Fiorentina. Da Firenze, dov’era nato e da cui mai s’era voluto staccare, per oltre mezzo secolo è stato un protagonista dell’informazione. Un po’ scritta, e bene, ma soprattutto parlata. Prima la radio, poi la tv erano la sua cattedra, mai sfruttata sempre servita con competenza, passione, una sua trattenuta foga che lo rendeva un po’ speciale.
 

MARCELLO Giannini era laureato in sociologia della comunicazione, fu assunto dalla Rai di Firenze nel 1950 diventando uno dei più stretti collaboratori di Omero Cambi, il primo caporedattore della redazione toscana del quale assunse le funzioni dopo la sua scomparsa, nel marzo 1965. Non passava inosservato, ma mai era invadente. Diceva pane al pane, con un’aggiunta di ironia tutta toscana e con gran spirito di libertà. E’ scomparso a ottantasette anni, cinque giorni prima di compierli, e alla vigilia di una gara — lui che aveva lavorato quasi fino a ieri — che lo avrebbe intrigato come non mai.


I toscani, soprattutto, lo ricordano voce e presenza storica delle leggendaria trasmissione «Novantesimo minuto», prima accanto al suo celebre collega Paolo Valenti. Del calcio e della sua squadra sapeva davvero tutto, e era toccato a lui celebrare nel ’69 la vittoria della Fiorentina nel campionato di quell’anno. Ma Marcello Giannini aveva anche la tempra del cronista rotto a tutte le esigenze: quando nel novembre ’66 l’alluvione travolse Firenze, lui dalle finestre della storica sede Rai in piazza Santa Maria Maggiore calò il microfono a fior d’acqua, sui gorghi che mandavano un cupo brontolìo: fu un gesto spontaneo e geniale, è restato nella memoria di tutti. Firenze è stata sempre la sua patria, di lei amava le bellezze, interpretava con eleganza la lingua e sopratutto di questa città e della sua regione seguiva e incoraggiava tutti gli sport.
La sua tolda per tanti e tanti anni è stata la sede fiorentina della Rai, nella vecchia e poi nella nuova sede sull’Arno e per più di un decennio è stato anche caporedattore della redazione cittadina.
 

REALISTA come vuole la tempra toscana era attratto da ogni evento e fatto di cronaca, che trattava senza la bardatura di ideologie politiche ma con la passione del suo campanile. Ogni sua comparsa in radio o in tv era un misurato scoppio di passione, un guizzo di ironia, e richiesta di cose giuste. Curioso di tutto era uno splendido comunicatore e in tale veste conquistò il cuore di ogni pubblico. Giannini era la voce di Firenze: della città era stato anche consigliere comunale.
Aveva scritto alcuni libri sportivi con Giancarlo Antognoni e con l’arbitro Alberto Michelotti; di recente sulla condizione della donna aveva stese le pagine di “Diversa e migliore”.
Un personaggio che non sarà facile dimenticare; oggi ci sta nel cuore con la sua bella voce, il suo sorriso, la sua voglia inveterata che la Fiorentina vincesse sempre.