A 19 anni in prima linea: "Aiutiamo chi è in difficoltà"

Alessandro Gheri, 19 anni, è volontario alla Pubblica assistenza Humanitas di Scandicci. In seguito all'emergenza maltempo, si è trovato a lavorare in una frazione del comune di Cerreto Guidi. Un esempio di solidarietà per i suoi coetanei, che dimostra come aiutare gli altri sia un modo giusto di passare il tempo libero.

A 19 anni in prima linea: "Aiutiamo chi è in difficoltà"

A 19 anni in prima linea: "Aiutiamo chi è in difficoltà"

Alessandro ha 19 anni. Appena, verrebbe da dire. Ma sono ben da due anni che fa il volontario alla Pubblica assistenza Humanitas di Scandicci, e ieri si è trovato alla prova del fuoco con la sua prima emergenza di protezione civile. La bomba d’acqua che ha messo in ginocchio mezza Toscana. L’abbiamo incontrato a Stabbia, frazione del comune di Cerreto Guidi, dove era al lavoro con altri volontari chiamati sul posto per l’emergenza maltempo. "Sono alla mia prima emergenza ‘vera’ di protezione civile – racconta – ed è davvero toccante lavorare a due passi da casa, in luoghi che conosci, dove sei stato o vai abitualmente. C’è molto da fare, sono molte le zone allagate, e siamo impegnati da stamattina (ieri ndr). Lavoreremo qua fin quando non ci daranno il cambio, ma se mi chiameranno ancora in turno tornerò sicuramente".

Intervenire in una situazione del genere è impegnativo, soprattutto per chi non ha mai avuto un’esperienza analoga. Le persone sono gentili coi volontari, ma a volte serve tutto il tatto di cui si dispone perché si raggiunge facilmente il limite. La gente è provata, visibilmente.

"Stamani (ieri, ndr) – racconta Alessandro Gheri – eravamo in casa di una signora che aveva avuto difficoltà nella notte a spostare un parente con disabilità. Era agitata. Abbiamo cercato di darle una mano, anche per cercare di starle vicino in un momento così difficile". Ma come ha deciso di fare volontariato? "Ho seguito l’esempio di mio padre, volontario da sempre, è stato quasi normale. Ho cominciato con l’ambulanza, poi la protezione civile, non ho più smesso".

Così parlò Alessandro Gheri, studente di tecnologie alimentari alla facoltà di agraria di Firenze. Un esempio, visto che non sono tanti quelli della sua età che fanno una scelta di solidarietà. "E’ vero – dice Alessandro – per diversi miei coetanei ci possono essere difficoltà a entrare in questo mondo. Ma io credo che, una volta provato, una volta entrato in contatto con questa realtà fatta di tanti gesti quotidiani di aiuto al prossimo, poi è difficile anche smettere. Senza dimenticare anche il risvolto sociale. Io personalmente penso che aiutare gli altri sia un modo giusto di passare parte del mio tempo libero".

L’idrovora lo reclama, Alessandro torna in testa all’argine mentre la bocca butta nel fiume l’acqua limacciosa che aveva invaso la cantina. E guai a chi dice che i giovani non si impegnano per aiutare il prossimo.