Lo storico e saggista, professor Alessandro Barbero, ha ricevuto il diploma ‘Honoris Causa’ della Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica dell’Archivio di Stato di Firenze. Il riconoscimento è stato dato perché Barbero, si legge nella motivazione, "ha saputo utilizzare con efficacia tutte le risorse comunicative disponibili oggi, associate ad un linguaggio chiaro e piano ma mai banale che, pur senza mai dimenticare l’analisi delle fonti storiche, è riuscito ad avvicinare il più vasto pubblico a questioni storiografiche anche molto complesse, suscitando in particolare nei giovani un vivo interesse per la storia e le sue fonti". Per l’occasione è stato esposto il cosiddetto ‘Libro di Montaperti’, ovvero ciò che rimane dell’archivio dell’esercito fiorentino, catturato sul campo dai senesi, portato in città, e lì conservato a perenne ricordo della loro vittoria, ma che nel 1556, dopo la conquista di Siena da parte di Cosimo I, il duca fece riportare a Firenze dove da allora è custodito. E Barbero, con piacere e capacità di coinvolgimento, ha parlato proprio di Montaperti: "Quello che posso fare oggi – ha aggiunto Barbero a margine – non è raccontare cosa è successo quel giorno del 1260. Cosa è successo davvero nessuno lo sa. Io posso raccontare cosa si ricordavano i senesi e cosa si ricordavano i fiorentini. Si ricordavano due cose completamente diverse". Uno sguardo poi sul Medioevo: secondo Barbero "è stato un periodo infinitamente lungo. È una epoca che è partita in una situazione di crisi, collasso, declino culturale ed economico. E che poi ha costruito nei secoli una civiltà straordinaria. Uno può parlare di secoli bui quando parla di invasioni barbariche ma quando" si vedono le "nostre città, quando guardi le cattedrali gotiche, se continui a pensare che quella fosse un’epoca di decadenza allora non hai capito bene".
Niccolò Gramigni