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A Calenzano il dibattito sugli orfani di femminicidio

Un’iniziativa organizzata dalle associazioni “Mara Baronti” e “Insieme a Marianna” per ribadire il ripudio della violenza contro donne e minori

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L'evento a Calenzano

Calenzano, 24 novembre 2024 – Si è svolta alla biblioteca “CiviCa” di Calenzano l’iniziativa “Gli orfani speciali: diritti e tutele per i figli delle vittime di femminicidio”, organizzata congiuntamente dalle associazioni “Mara Baronti” ed “Insieme a Marianna” per ribadire il ripudio della violenza contro donne e minori.

Al dibattito, introdotto da Stefania Magrini (presidente dell’associazione Mara Baronti) e moderato dalla relatrice Nunzia Laino (giurista e socia di Insieme a Marianna), sono intervenuti Simona Pieri (assessora all’Inclusione e alle Pari opportunità), Martina Banchelli (vicesindaca e assessora allo Sviluppo sostenibile, Cultura e Turismo), Felicia D’Amico (avvocata e coordinatrice della struttura legale di Insieme a Marianna), Carmelo Calì (presidente di Insieme a Marianna), Camilla Biondi (psicologa e collaboratrice dell’associazione Mara Baronti) e Francesca Meoli (direttrice della biblioteca CiviCa).

“È un momento che tocca tutte e tutti da vicino, un dolore comune, una realtà che non vorremmo fosse tale. Dobbiamo diffondere una cultura che non porti più alla violenza”, ha affermato l’assessora Pieri, ricordando l’impegno dell’attuale amministrazione per la parità di genere. L’associazione “Mara Baronti” è nata per combattere culturalmente la violenza contro le donne.

Queste le parole della presidente Magrini: “Dobbiamo coinvolgere bambine, bambini ed adolescenti: la violenza produce danni atroci alle donne, oltre a quelli indotti in tanti altri soggetti. Bisogna dire basta, questo orrore deve finire”. L’associazione “Insieme a Marianna”, intitolata alla memoria della giovane siciliana madre di tre bambini assassinata nel 2007 in Palagonia dall’ex marito, organizza convegni e percorsi curricolari per studentesse e studenti con il progetto “Dai tu un nome alla violenza” e sostiene in sede processuale le vittime costituendosi parte civile accanto a loro. “Nei dodici mesi precedenti il femminicidio, Marianna Manduca aveva presentato dodici circostanziate denunce perché aveva paura delle continue minacce e violenze del suo ex marito e di morire uccisa per mano del padre dei suoi figli. Nessuna di queste denunce ha avuto seguito. Marianna è stata lasciata sola. Non vogliamo più che nessun’altra donna resti sola e con un destino segnato”. Così Nunzia Laino ha richiamato la necessità di un contesto sociale coerente con quello che si dice ogni volta che accade un femminicidio.

In seguito, Carmelo Calì, cugino di Marianna Manduca e padre adottivo dei suoi figli, ha posto l’accento sulla bellezza e sulle infinite difficoltà dell’affidamento, quali la necessità di un sostegno economico e psicologico per le famiglie affidatarie. “Abbiamo iniziato un percorso tortuoso e siamo riusciti a vedere riconoscere i diritti di Marianna e di qualsiasi altra donna ad essere ascoltata quando presenta una denuncia”, ha spiegato Felicia D’Amico, partner dello Studio Legale Galasso, a cui si è affidata la famiglia Calì per vedersi riconoscere pubblicamente, solo nel 2020, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri gli errori commesso dallo Stato italiano. “Ogni volta che c’è un femminicidio ci troviamo di fronte ad orfani speciali ed è per questo che c’è bisogno di una tutela immediata”, ha aggiunto l’avvocata D’Amico, che ha poi annunciato l’apertura di una nuova sede territoriale di Insieme a Marianna a Calenzano. Infine, la psicologa Biondi ha evidenziato la complessa situazione degli orfani speciali, che “vivono una tragedia unica perché l’elaborazione del trauma è complessa, essendo cresciuti in un clima familiare scandito da una quotidiana violenza”.