Luca
Santarelli
Gentile Avvocato, qualche anno fa mio fratello ha usato il ricavato della vendita dell’immobile di mio padre con cui viveva, per acquistarne un altro. Avendo mio padre, oltre a me e mio fratello, altri tre figli, essendo pensionato e non avendo nessun altra proprietà, vorrei chiederLe quali sono i diritti di noi legittimari, che cosa dobbiamo fare per tutelare i nostri diritti. La ringrazio e porgo cordiali saluti.
Lettera firmata (Firenze)
Gentile Lettrice,
in primo luogo bisognerebbe sapere se suo padre è ancora in vita oppure se è già morto, in quanto la soluzione al problema prospettato cambia radicalmente.
Nell’ipotesi in cui sia ancora in vita, Lei ed i suoi fratelli esclusi dal ricavato della vendita della casa di famiglia nulla potete fare al momento.
Infatti, in questo caso non avete alcun mezzo di concreta tutela per la lesione delle Vostre aspettative ereditarie non consentendo la legge di tutelare quelle che sono le aspettative legate ai vantaggi riconducibili ad eredità ancora non aperte.
Laddove Vostro padre fosse morto, potete esperire un’azione (azione di riduzione, art. 553 c.c.) diretta a riportare nell’asse ereditario i beni uscita in vita del de cuius, a mezzo di atti di liberalità.
In questo modo si riequilibrano le quote che spettano a tutti e cinque Voi fratelli, essendo tutti eredi legittimari di pari grado fratelli.
In buona sostanza, il principio generale prevede che laddove il de cuius (suo padre) abbia violato eo leso la quota dei legittimari, sia con atti compiuti in vita sia con il testamento, la legge consente loro, in deroga alle volontà del defunto, di ottenere quello che per legge gli spetta.
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