di Barbara Berti
"Quando mi hanno detto che la fabbrica avrebbe chiuso mi sono sentita una nullità". E’ la toccante testimonianza di Sonia Alpi, una delle lavoratrici della fabbrica dei marroni di Marradi. Ma non è l’unica storia emersa dall’incontro "Lavoro e dignità", che si è svolto ieri alla Casa Caciolle, organizzato dall’istituto religioso Madonnina del Grappa. "Dal lavoro discende dignità, senza la quale non c’è rispetto e attenzione per la persona, non può esserci bene comune. La dignità è condizione nella quale deve svolgersi il lavoro e approdo al quale esso conduce. È riconoscere e promuovere il valore della persona in quanto tale ed il suo diritto alla vita piena, alla felicità. La società ha fame e sete di lavoro e di dignità" sostiene il presidente della Madonnina del Grappa, Vincenzo Russo, ricordando due figure come don Facibeni e Giorgio La Pira che negli anni ’50 "hanno fatto molto sul tema del lavoro, tema che purtroppo oggi coinvolge e fa soffrire tante famiglie".
L’incontro ha posto particolare attenzione su due vertenze fiorentine: l’Ortofrutticola Mugello e la Gkn di Campi Bisenzio. In entrambi i casi, lavoratrici e lavoratori non hanno accettato passivamente la chiusura forzata delle rispettive fabbriche. "Quando mi hanno comunicato la chiusura e il mio eventuale trasferimento a Bergamo mi si è fermato il cuore – ricorda Alpi –. Ho subito pensato che dovevo fare qualcosa insieme alle colleghe. Così è partito lo sciopero e poi il presidio: 58 giorni al gelo, è stata dura ma volevamo difendere la fabbrica". E, in parte, i sette lavoratori a tempo indeterminato e i 64 stagionali ci sono riusciti, anche se hanno perso la produzione di marron glacé. "Tutta la comunità di Marradi si è unita alla lotta, dopo il trauma iniziale c’è stata la voglia di riscatto, la mobilitazione ci ha resi più comunità" aggiunge l’assessore all’agricoltura di Marradi, Fabio Billi.
"Da soli non ci si salva" sostiene Francesco Iorio del Collettivo di Fabbrica ex Gkn, chiusa da un giorno all’altro da un fondo finanziario solo per delocalizzare la produzione. "Purtroppo abbiamo perso 80 anni di storia della Fiat a Firenze – aggiunge – ma abbiamo difeso la nostra ‘casa’ e tuttora continuiamo. Ma è anche grazie all’enorme solidarietà ricevuta se siamo ancora in piedi. Ora la battaglia non è solo per noi ma per tutte le vertenze aperte". E proprio per questo il Collettivo di Fabbrica ex Gkn ha organizzato per il 26 marzo una mobilitazione nazionale a Firenze (oggi alle 17 al TeatroDante di Campi è in programma l’iniziativa "la Gkn ringrazia la comunità di Campi Bisenzio", il racconto della vertenza ma anche musica e spettacolo).
"Le persone che lavorano sono soggette a sfruttamento, quelli che non lavorano ancora di più" dice Gigi Malabarba della rete ’Fuorimercato’, ma anche esponente della ’Rimaflow’ di Trezzano sul Naviglio, il progetto di lavoro basato sul mutuo soccorso, la solidarietà, l’uguaglianza e l’autogestione. "Un progetto nato sulle ceneri della storica Maflow, azienda del comparto automotive italiano, chiusa nel 2012 per speculazioni finanziarie dei suoi padroni, la stessa situazione di Gkn" dice Malabarba raccontando che i 330 lavoratori licenziati non si sono arresi e dopo sette anni di occupazione "abbiamo recuperato la nostra casa dando avvio al progetto Rimaflow, la nostra rinascita".