Firenze, 1 novembre 2024 – Un incubo a occhi aperti. Una storia difficile da raccontare e ancor più difficile da accettare. Sette bambine, tutte di origini straniere, tutte minorenni – la più piccola è nata nel 2008, la più grande nel 2004 –, sono state abusate da un uomo, all’epoca dei fatti 31enne, per quattro anni consecutivi. È l’inchiesta portata avanti dalla procura di Firenze e arrivata ieri davanti al gip Gianluca Mancuso.
Il dramma ha inizio nel 2014: sia le famiglie delle piccole, sia il presunto violentatore sono testimoni di Geova. E proprio in una delle ’Sale del Regno’ (una sorta di chiese del movimento religioso) sparse per il territorio fiorentino, i parenti delle vittime conoscono il giovane nato e cresciuto nell’hinterland fiorentino. Nonostante l’età, è un membro importante della comunità e frequenta con costanza gli incontri nel luogo di culto. Pezzo dopo pezzo, secondo quanto ricostruito dalle indagini, inizia dapprima a conquistare la fiducia dei genitori, poi quella delle ragazze.
“Nasce un rapporto di amicizia”, che si alimenta all’interno della “comunità religiosa” e che il 31enne sfrutta per ritagliarsi dei momenti da solo con le vittime. Si propone di accompagnarle a casa, di passare del tempo con loro per fargli compagnia: atteggiamenti innocenti di un ragazzo a modo, pensavano le famiglie. La realtà, emersa durante l’incidente probatorio, le denunce e le relazioni di medici e periti, racconta però di un uomo che sfruttava ogni momento disponibile per abusare sessualmente delle minorenni.
Palpeggiamenti, strofinamenti, atti sessuali espliciti, fino allo stupro. Un’escalation di episodi di violenza, che potevano consumarsi durante i tragitti in macchina, nei “locali della Sala del Regno”, o a casa dell’uomo.
Ieri, gli avvocati dell’uomo (oggi 41enne), Carlita Del Mira e Daniele Regi, hanno chiesto il rito abbreviato per il loro assistito, che si presenterà al banco per dire la sua il prossimo 9 gennaio.
Silenzio e sconcerto invece da parte delle famiglie, venute a conoscenza del dramma vissuto dalle proprie figlie solo due anni fa. Quando alcune di loro, raggiunta l’adolescenza, hanno cominciato a raccontare quegli abusi spaventosi subiti fino al 2018 da quel giovane di cui nessuno, soprattutto all’interno della comunità, aveva mai sospettato. Il pm fiorentino titolare dell’inchiesta, Giacomo Pestelli, gli contesta il reato di violenza sessuale aggravato dal fatto di averlo commesso approfittando di circostanze di luogo e di tempo, e soprattutto della giovanissima età delle vittime.