GABRIELE MANFRIN
Cronaca

Accademia di belle arti La rivolta studentesca "Più diritti, poche aule e mancano i materiali"

La protesta nel cortile della facoltà in contemporanea agli open day. Striscioni e cartelli di dissenso "Non venite a studiare qua !". Il direttore Rocca: "Il 26 un incontro risolutorio con gli alunni".

Accademia di belle arti La rivolta studentesca "Più diritti, poche aule e mancano i materiali"

di Gabriele Manfrin

"L’arte è sempre all’ultimo posto", "1800 euro l’anno per cosa?", "fuorisede state lontani, qui buttate i vostri i soldi", sono solo alcuni dei cartelli esposti dagli studenti dell’accademia di belle arti durante la protesta di ieri, che si è svolta in contemporanea con gli open day, dedicati agli alunni delle superiori.

A distanza di pochi mesi dall’ultimo sit-in, dove vennero vestite le statue del chiostro per contestare la non accensione dei riscaldamenti, i giovani artisti sono tornati a manifestare il proprio dissenso, chiedendo più diritti, una gestione più efficiente e un miglioramento delle condizioni della struttura. "Le aule sono troppo piccole, calde d’estate e gelide d’inverno – si legge in una nota – i materiali scarseggiano, mancano argilla e gesso, ma anche attrezzi come gomme e resine, necessari per l’attività didattica. Non c’è dialogo con la dirigenza. Le tasse le paghiamo, ma non abbiamo i servizi". Con il tempismo perfetto di chi si trova, volontariamente, nel posto giusto al momento giusto, gli studenti hanno deciso di protestare proprio il giorno degli openday. Nell’atrio ci sono decine di ragazzi, sono disposti in cerchio. Intorno a loro gli scolari delle superiori, visibilmente incuriositi. Sulle schiene degli studenti in protesta spiccano dei cartelli: "Aule inagibili? Ditelo all’open day", "Siamo sempre gli ultimi" sono solo alcuni dei messaggi trascritti. Nell’aria si può fiutare il malcontento, che stampa sui loro volti acerbi un’espressione rabbiosa, contornata da note di rassegnazione "L’accademia preferisce dare più importanza all’apparenza che alla sostanza – spiega la studentessa Silvia Galbo – Si fanno mostre e rinfreschi ma non si pensa agli alunni. Si viene qua con la speranza di studiare, di avere spazi e materiali, ma poi ci ritroviamo lasciati a noi stessi senza che ci venga dedicata nessun tipo di attenzione".

Sui problemi che hanno causato la protesta gli studenti sono chiari "Per i corsi di scultura mancano gli spazi - continua Silvia - ci sono troppo iscritti rispetto alle aule. I materiali per svolgere l’attività scarseggiano e spesso dobbiamo comprarceli noi. Si parla di materiali basilari, come l’argilla e il gesso, ma anche il marmo spesso viene riciclato dagli anni precedenti". "Com’è possibile pagare per un servizio che ci viene negato - si aggiunge al coro Milo Maricelli - Abbiamo chiesto una riduzione della tassa ma non ci hanno nemmeno risposto. Non c’ è comunicazione tra gli alunni e i vertici e questo crea non pochi problemi. All’open day vogliono far vedere il bene. Non è casuale che protestiamo proprio oggi"

Presente anche il direttore Claudio Rocca " Accettiamo le proteste, ma è importante che queste abbiano una radice di consapevolezza. Non nego che in alcune aule ci siano stati dei disagi , ma come dirigenza abbiamo cercato di ridurli al minimo. Non possiamo accettare le richieste che esuberano le nostre possibilità; ci hanno chiesto di non pagare la retta ma non possiamo farlo. Il presidente ha comunque fissato un incontro risolutore per il 26, cerchiamo il dialogo e il confronto"