REDAZIONE FIRENZE

Accoltellato a morte a 17 anni. Due indagati, oggi l’autopsia. Caccia al gruppone nei video

Al via l’esame sul corpo di Maati, le telecamere inquadrano lo scontro prima di salire sul bus. Analisi anche su un cartello stradale divelto. E arrivano i bigliettini: "Perdonaci tutti". .

Fiori dove è stato trovato il corpo di Mou. Ieri sono proseguiti i rilievi dei carabinieri tra via dei Tintori e via Risorgimento

Fiori dove è stato trovato il corpo di Mou. Ieri sono proseguiti i rilievi dei carabinieri tra via dei Tintori e via Risorgimento

Le prime risposte arriveranno oggi. E aiuteranno a fare chiarezza sull’omicidio di Maati Moubakir, il 17enne accoltellato a morte all’alba di domenica in via de Tintori a Campi. A parlare, durante l’autopsia affidata dal pm Antonio Natale al medico legale Susanna Gamba che sarà eseguita oggi all’istituto di medicina legale di Careggi, saranno le lesioni riportate dal giovane. Si tratta di almeno cinque ferite penetranti da taglio su ventre e schiena: nella zona del rachide lombare, a livello di emitorace sotto il capezzolo e anche oltre lo sterno, oltre a una taglio intorno al sopracciglio. I genitori di Maati vedranno il corpo del figlio per il riconoscimento e potranno dargli così un ultimo saluto prima dell’esame autoptico. Ma cosa ha scatenato quella notte di sangue e chi è il colpevole? E quali sono le armi o l’arma con cui è stato ucciso?

Al momento il cerchio disegnato dalla procura che sta coordinando i carabinieri della compagnia di Signa e i colleghi del nucleo investigativo di Borgo Ognissanti nelle indagini, non è ancora chiuso. Ma si è stretto intorno a due ventenni, entrambi amici e italiani di seconda generazione, uno nato a Firenze e l’altro a Prato e residenti a Campi: per loro l’ipotesi di reato è concorso in omicidio volontario. In base a quanto ricostruito finora, entrambi sembrano non conoscere la vittima. Tutti e due sono stati già perquisiti dai carabinieri che hanno sequestrato i loro cellulari e, per ora, non ci sono misure restrittive a loro carico. Le indagini intanto vanno avanti e un ruolo fondamentale, per ora, lo hanno avuto i video delle telecamere acquisiti finora, tra cui quelli dei sette occhi elettronici presenti sul bus della linea 30 di Autolinee Toscane.

Lo stesso mezzo che il 17enne stava aspettando e che lo avrebbe ricondotto alla stazione di Santa Maria Novella dalla quale prendere il treno per Certaldo. Secondo quanto emerge finora è proprio in uno dei video che si vedrebbe un gruppo composto da almeno quattro persone dirigersi verso il 17enne pochi istanti prima che riesca a salire sull’autobus. Alcuni dei fendenti risultati poi fatali potrebbero essere arrivati in questo momento o nei momenti poco precedenti.

Ieri i carabinieri sono tornati a Campi in via Risorgimento, vicino a via Tintori, per un nuovo sopralluogo: a essere passata in rassegna è stato anche il palo divelto di un cartello stradale. Potrebbe essere stata questa l’arma, usata a mo’ di spranga, con cui Maati ha cercato di difendersi o una di quelle con cui è stato attaccato. Ma le ricerche si starebbero focalizzando anche sul resto del gruppetto di quattro persone riprese dal video. Fondamentale sarà quindi l’esito dell’autopsia che, in 60 giorni, dovrà dire qual è l’arma con cui il 17enne è stato ucciso e se ce n’è più di una. La certezza, al momento, è che chi ha assalito il ragazzo, non ha poi avvisato i soccorsi visto che il suo corpo è stato ritrovato poi già esanime da un passante. Resta al momento sconosciuto anche il movente, le prime ipotesi investigative si erano dirette verso una lite scoppiata dentro o all’esterno della discoteca di Campi in cui il giovane aveva trascorso la serata, almeno fino alle 3 di notte. Ad essere ascoltati sono stati anche alcuni conoscenti di Maati. La vittima viveva con la nonna, la sorella e la madre a Certaldo: aveva lasciato gli studi e frequentava un corso per addetto alle vendite a Poggibonsi dove abita il padre dopo la separazione dalla madre. Sabato sera aveva scelto di andare alla discoteca di Campi circa cinquanta chilometri da casa sua a Certaldo. Ma quel marciapiede a poca distanza dal locale è diventata la sua tomba. Lì dove ieri sono comparsi nuovi fiori e bigliettini di saluto. Alcuni recitano: "Vola più in alto che puoi" e un altro: "Perdonaci tutti, peccato".

Claudio CapanniAlessandro Pistolesi