STEFANO BROGIONI
Cronaca

Achille Serra: "La mia Firenze era diversa, ma le Cascine vanno illuminate"

L’ex prefetto: "Più forze dell’ordine in città? La prevenzione conta moltissimo, ma non basta aumentare gli uomini per far diminuire i reati. Urge una riforma della giustizia: processo immediato e certezza della pena"

L'ex prefetto di Firenze Achille Serra

L'ex prefetto di Firenze Achille Serra

Firenze, 4 agosto 2023 – Dottor Achille Serra, lei è stato prefetto di Firenze dal 1999 al 2003. Che città era la sua?

"Mi ricordo una Firenze tranquilla, che andava d’accordo tra prefetto, forze dell’ordine, il sindaco Domenici. Facevamo le cose insieme, c’era anche un grande presidente Martini il quale mi fu molto vicino nel momento clou".

Il social forum del 2002.

"Esatto. Veniva subito dopo Genova. C’era un governo di centrodestra e una Toscana di centrosinistra. E io mi trovavo come il prosciutto dentro al panino. A questo si aggiungeva Oriana Fallaci, che mi diceva: ’Lei Prefetto farà distruggere la mia città’, e con toni meno arroganti la stessa cosa la diceva Zeffirelli. In più c’era il governo che premeva affinché non si facesse e la sinistra locale che invece voleva la manifestazione".

E lei cosa fece?

"Misi tutti attorno a un tavolo, incontrai i responsabili del social forum che appena mi videro mi chiesero chi fossi. Parlammo per un mese intero, litigammo, facemmo pace, si creò un idillio di fiducia reciproca. Nel frattempo andavo a casa di Oriana per tranquillizzarla. La sera prima, poi, andai a prenderla e nascosti da un cappello in testa le feci vedere dove avevo pensato di posizionare le forze dell’ordine. Perché quelli del social forum mi avevano chiesto di passare per il centro senza incrociare divise. Chiesi loro: cosa mi date in cambio. Duemila portuali di Livorno, mi risposero. Alla fine vidi offrire il the dai partecipanti alle forze dell’ordine. Fu una giornata meravigliosa".

E le critiche?

"La Fallaci non mi disse più nulla e Zeffirelli, da gran signore, mi scrisse una lettera di scuse che ancora oggi mi fa accapponare la pelle".

Rispetto a venti anni fa, c’è la stessa situazione a livello politico - centrodestra al governo, Palazzo Vecchio al centrosinistra - ma Firenze sta affrontando emergenze molto diverse. Una di queste è legata alla sicurezza. Riguarda il parco delle Cascine.

"Ai miei tempi il fenomeno dell’immigrazione non era marcato come adesso. Devo dire che sono molto vicino al ministro della Giustizia, gran parte di quello che dice lo sostengo da tempo. E’ indispensabile che ci sia l’immediatezza del processo e la certezza della pena. Ho lavorato con tanti magistrati, oggi credo che sia giunto il momento di una riforma completa della giustizia. Tu adesso prendi quello che spaccia droga alle Cascine, ma il rischio è che abbia un processo chissà quando e non faccia neanche un giorno di carcere".

Il sindaco Nardella chiede che vengano inviati più uomini in divisa in città.

"E’ evidente che la prevenzione conta moltissimo ed io non intendo dare lezioni a nessuno. Ma è sbagliato pensare di scaricare ogni problema sul fatto che ci sono poche forze dell’ordine. Più uomini metti e meno reati si fanno? Non è così. I sindaci devono illuminare a giorno luoghi come le Cascine, animare le periferie, fare centri di aggregazione per i giovani. Sotto l’illuminazione è più difficile commettere reati".

Perché non si riesce a rimpatriare chi è irregolare e delinque?

"Perché molti arrivano qua senza un documento, è difficile certificare l’origine di tutti e certi Stati, in assenza di accordi, non se li riprendono quando la loro provenienza è ignota".