
Il disegno sulla tragedia del Vajont
Nel marzo 2025, il Mugello è stato colpito da un’alluvione con effetti devastanti. Proprio negli stessi giorni, sui banchi di scuola, apprendevamo la tragedia del Vajont. Così in classe abbiamo aperto una riflessione sulle analogie di questi due eventi: interventi umani non sostenibili e una gestione inadeguata del territorio possono amplificare gli effetti dei disastri naturali? Ne abbiamo parlato con Francesco Niccolini, co-autore, insieme a Marco Paolini, del romanzo La storia del Vajont. Una tragedia avvenuta il 9 ottobre 1963. Una tragedia in cui l’acqua diventa, suo malgrado, "protagonista". A seguito di una frana nel bacino artificiale del Vajont, in Friuli Venezia Giulia, un’enorme "onda" d’acqua distrusse il paese di Longarone e altre località circostanti, provocando 2.000 vittime. Di chi è la colpa? L’acqua sale, scende, si infila tra la frana e la montagna e con la sua forza devastante uccide e distrugge. Ma non sono l’acqua, non la montagna e nemmeno la natura ad essere le "cattive" nella tragedia del Vajont - o negli eventi del Mugello. L’ambiente ci sta semplicemente chiedendo comportamenti più responsabili rispetto a quelli usati finora. La crisi idrica è uno dei problemi cui dovremmo prestare attenzione: il riscaldamento climatico, la siccità, la crescita demografica, l’agricoltura e gli allevamenti intensivi non fanno che aumentare la richiesta di acqua. Ma la quantità sul pianeta è limitata: dipende solo da noi, da come la usiamo.