Acqua, il bene più prezioso: "Al momento bacini pieni . L’irrigazione va ripensata. Essenziale il Piano laghetti"

Il presidente di Anbi Toscana: "Al momento non ci sono problemi di siccità. Rispetto all’estate passata il quadro è nettamente migliore". Ma i bacini abbandonati dovrebbero essere ripristinati e utilizzati per l’agricoltura.

Acqua, il bene più prezioso: "Al momento bacini pieni . L’irrigazione va ripensata. Essenziale il Piano laghetti"

Il lago di Bilancino, polmone idrico artificiale di Firenze

"I bacini sono pieni e le falde si sono ricaricate grazie alle piogge abbondanti dei mesi scorsi, ma anche in Toscana, e a Firenze in particolare, abbiamo bisogno di liberarci dalla dipendenza dagli eventi meteo che, anche a causa dei cambiamenti climatici, sono estremamente variabili". A dirlo è Marco Bottino, presidente del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno e di Anbi Toscana, l’associazione che riunisce i Consorzi di Bonifica della regione, occupandosi sia di sicurezza idrogeologica che di irrigazione.

Proprio Anbi, a livello nazionale, ha lanciato l’allarme sulla carenza di acqua anche nell’Italia centrale, evidenziando, per la Toscana, la drastica riduzione di portate nel fiume Serchio e nell’Ombrone. Secondo l’Osservatorio del Distretto idrografico dell’Appennino Settentrionale, disponibile sul sito di Ispra e aggiornato al 24 luglio (prossima riunione il 7 agosto), la Toscana ha livello di severità idrica normale "che inizia comunque a mostrare una tendenza al peggioramento, anche in zone localizzate, peraltro tipica del periodo. Le portate presenti nel reticolo, anche a causa dell’assenza di piogge, hanno i valori tipici dell’estate". Ma qual è la situazione Firenze? "I rilasci dalla diga di Bilancino – dice ancora la relazione dell’Osservatorio – sono dell’ordine di 2,5/3 mc/s per sostenere i deflussi in Arno, mentre per quanto riguarda le falde la situazione continua a essere buona".

"Rispetto allo scorso anno il quadro è nettamente migliore – spiega Bottino – visto che nel 2023 iniziammo a registrare carenze idriche sin da marzo e che quest’anno, a fine luglio, non abbiamo grandi problemi. Vero è che il livello dei fiumi è calato, ma bacini, laghi e falde hanno avuto tempo e modi di ricaricarsi. Questo ci indica anche la strada da percorrere per l’irrigazione. In Toscana attualmente gli invasi sono 15 con capacità di 6,3 milioni di metri cubi: nell’ambito del ’Piano laghetti’ sono stati proposti 34 fra invasi e altre opere a uso irriguo, con capacità totale di oltre 33 milioni di mc per aumentare la superficie irrigabile di 21.940 ettari. Di questi interventi, 11 sono pronti a partire, con nove progetti esecutivi, due cantierabili e un costo complessivo di realizzazione di circa 62 milioni di euro. La progettazione è stata possibile anche grazie al fondo rotativo istituito dalla Regione. Va considerato che oggi varie colture tipiche della Toscana che non avevamo mai richiesto acqua aggiuntiva, come la vite e l’ulivo, hanno bisogno di essere innaffiate nei momenti più siccitosi dell’anno. Ciò impone un ripensamento dell’irrigazione, per il quale i Consorzi possono dare un contributo importante".

In provincia di Firenze, la cava dismessa di Arnovecchio dovrebbe diventare un invaso da 130mila mc con relativo impianto d’irrigazione per un costo stimato di 900 mila euro. Ma ci sono anche tanti piccoli e piccolissimi bacini abbandonati che potrebbero essere ripristinati e sfruttati a uso agricolo.