REDAZIONE FIRENZE

Addio a Arnaldo Forlani, l'ultimo grande leader della Dc italiana

I funerali di Stato celebrati a Roma per Arnaldo Forlani, ultimo grande leader della Dc italiana, ricordano un uomo simpatico e riservato, europeista convinto, grande realizzatore di riforme, primo degli eletti nel collegio di Firenze, Prato e Pistoia. Una figura storica che ha portato l'Italia dalla miseria del secondo dopoguerra ai grandi Paesi del mondo.

Lunedì scorso sono stati celebrati a Roma i funerali di Stato per Arnaldo Forlani, ultimo grande leader della Dc italiana, morto a 97 anni. Forlani, su proposta mia e di Francesco Bosi, allora segretari provinciale e comunale della Dc di Firenze, accettò di candidarsi come capolista a Firenze alle elezioni politiche del 1987. La sua candidatura fu accolta con entusiasmo dai dc fiorentini, perché riconoscevano in lui la forza tranquilla dello scudocrociato. Era un uomo simpatico e al contempo riservato.

Un carattere oggi difficilmente immaginabile tra i politici italiani. Aveva un’estrema consapevolezza del ruolo storico che i democristiani avevano avuto in Italia e in Europa dopo la seconda guerra mondiale. Europeista convinto, giovanissimo segretario provinciale della democrazia cristiana di Pesaro, era diventato molto amico di Amintore Fanfani, uno dei laeder più ‘rivoluzionari’ che l’Italia abbia avuto dal 1945 in poi. Grande realizzatore di riforme, dalla casa alla scuola, Fanfani, dal carattere tipicamente toscano, impetuoso e insolente, ebbe sempre una predilezione per questo giovane politico marchigiano che aveva un taglio esistenziale molto anglosassone.

Nel collegio elettorale di Firenze, Prato e Pistoia , Forlani risultò il primo degli eletti con 73mila voti di preferenza, superando il record di altri due grandi leader democristiani candidati nel passato a Firenze, Giorgio La Pira e Attilio Piccioni. Fui scelto da lui, in quanto segretario della provincia più importante della regione, come coordinatore della sua campagna elettorale. Siamo stati due mesi insieme, a pranzo e a cena. Tutte le mattine alle 7, l’appuntamento era nel Duomo di Firenze, dove Forlani ascoltava la prima messa. Questo fu l’unico vero sacrificio che dovetti fare, non essendo io, notoriamente, un mattiniero. Per il resto, stare accanto a lui era una grande lezione, che mi elargiva inconsapevolmente. Di grande eR piccola storia. Presidente del Consiglio dal 1980 all’81. Segretario e presidente della Dc, ministro degli Esteri e della Difesa, Forlani di essere maggiormente ricordato. Lui apparteneva a quella classe dirigente che aveva portato l’Italia dalla miseria del secondo dopoguerra ad essere uno dei sette grandi Paesi del mondo.