PAOLO CHIRICHIGNO
Cronaca

Addio ad Agroppi, una vita a gamba tesa

Ex calciatore e allenatore, aveva 80 anni. Cuore granata, commentatore e maestro di schiettezza, si è spento a Piombino per una polmonite

Aldo Agroppi si è spento a 80 anni: è stato calciatore, allenatore e opinionista tv

Aldo Agroppi si è spento a 80 anni: è stato calciatore, allenatore e opinionista tv

Questa è la storia di un uomo contro, ruvido, dissacratore ma dal cuore sconfinato, che ha camminato per ottant’anni con l’ombra nera della tristezza troppo vicina. Ma se tornava il sole Aldo Agroppi era meraviglioso. Se n’è andato all’ospedale di Piombino per Covid, una polmonite bilaterale. Uomo di scoglio, negli anni Ottanta girava questo luogo comune per descriverlo: aveva trovato la pace a Salivoli, sulle colline di Piombino. Lì era nato nel 1944 e lì aveva costruito la sua tana, quando il mare calcistico era troppo agitato per la sua anima fragile. Agroppi e il Torino, storia di amore e morte: il 15 ottobre del 1967 esordì in A in Torino-Sampdoria 4-2. Quella sera stessa, Meroni fu strappato alla vita da un’auto in corsa guidata da Tilli Romero, che anni dopo sarebbe diventato presidente del Torino. Intrecci di passione e tragedie. Per questo Aldo è sempre stato un cuore Toro.

Agroppi e il Pisa, che nel 1982 porta in serie A. Memorabili i suoi scambi di battute col patron Romeo Anconetani. Poi la parentesi di Padova, quando dopo tre mesi si licenzia perché le ombre nere erano troppo pesanti per pensare al calcio. Ancora Perugia, stavolta da allenatore: manca la promozione in A per un punto, imbattuto, un record.

Del potere diffidava tout court, la sua lingua vivace non risparmiava nessuno. Si sentiva un corpo estraneo persino in quel calcio dove ancora un po’ i sentimenti contavano. Di lui s’innamorarono il conte Pontello (altro carattere forte) e il direttore sportivo Claudio Nassi, dirigente molto molto diretto, per così dire, che lo vollero sulla panchina della Fiorentina. Siamo nel 1985, la leggenda viola Giancarlo Antognoni è agli sgoccioli, ma lui non fa sconti. Arriva quarto con Galli, Passarella, il giovane Nicola Berti: vuole una squadra da corsa e per Aldo, Antognoni (reduce da una frattura a una gamba) non regge il passo. Al suo posto Roberto Onorati, un pivello. Apriti cielo: all’uscita dallo stadio Agroppi viene aggredito dai tifosi viola, inferociti per la mancanza di rispetto verso la leggenda. Interviene Passarella e ne afferra qualcuno per il bavero. Agroppi tiene duro, in conferenza stampa gli riferiscono che Antognoni si "sente imbarazzato" per la situazione. La sua risposta è fulminante: "Se si sente imbarazzato, prenda un lassativo". Altra parentesi viola nel 1993, ma abbandona presto: dopo di lui la serie B.

Arriva il ritiro dal calcio (complice un attacco di cuore) ma scopre il successo come commentatore tv. Anti-juventino dichiarato (il potere, il potere): "La Juventus è ancora la razza padrona, contano poco gli organici". Nel 2005 pubblica un libro dal titolo illuminante: "A gamba tesa-Frustate e qualche carezza". Amava gli ultimi, il popolo, detestava ruffiani e incompetenti. Agroppi ha chiuso senza fronzoli. Come ha vissuto.