Forteto addio. La cooperativa agricola mugellana ha deciso di cambiare nome. "Quello nuovo stiamo definendolo in questi giorni, e lo presenteremo in assemblea dei soci – dice il presidente Maurizio Izzo – Sicuramente avrà un forte richiamo al Mugello".
Si vuol voltare pagina, radicalmente. Perché la brutta storia di Rodolfo Fiesoli e dei suoi adepti, degli abusi su bambini e ragazzi in una comunità a lungo accreditata come luogo innovativo di accoglienza dei minori, ha segnato pesantemente anche la cooperativa agricola II Forteto.
Izzo lo chiarisce: "Non si tratta di una scelta commerciale. Vogliamo confermare la fine di un’epoca e di una storia, e il completamento, anche con un nome diverso, di un nuovo corso. Un cambiamento sostanziale, che è da tempo avviato". Il presidente rivendica una discontinuità assoluta: "La cooperativa che oggi si chiama Il Forteto e alla quale presto cambieremo nome, è veramente e solamente una cooperativa agricola di trasformazione di prodotti lattiero caseari, formata da soci lavoratori e conferitori. Poi la compagine: oggi in cooperativa non è presente alcun socio fondatore del vecchio Forteto e aggiungo che in cda ci sono tre donne, e sono la maggioranza, mentre nella lunga storia del Forteto mai una donna era stata fatta sedere in consiglio d’amministrazione".
Il Forteto viene da un anno difficile: "Sono cambiate figure strategiche come il direttore generale e il direttore commerciale. Ci siamo avvalsi della procedura di composizione negoziata della crisi, che oggi possiamo dire con ragionevole certezza che si chiuderà positivamente insieme a tutti i soggetti coinvolti a partire dagli istituti bancari".
Una crisi legata tutta agli effetti delle vicende giudiziarie, evidenzia Izzo: "Non solo per gli esborsi per il risarcimento vittime e le spese legali, ma anche per i danni d’immagine che ne sono conseguiti. Prima del caso-Fiesoli il Forteto fatturava 17 milioni di euro, alla fine del commissariamento eravamo sotto i 10 milioni. Ora lentamente siamo tornati verso gli 11 milioni , la risalita è lenta, ma abbiamo ridotto l’indebitamento e messo in sicurezza l’azienda".
Anche la vendita degli immobili dove risiedeva Fiesoli e la comunità è stato un altro segno della volontà di tagliare col passato: "Abbiamo venduto quasi tutto, mancano le ville che però sono già state liberate e sono sul mercato anch’esse". Ora si guarda al futuro e ci sono novità importanti. Intanto la fusione, per incorporazione con l’Associazione Pastorizia toscana: "E’ un fatto molto importante per noi – sottolinea il presidente del Forteto – All’interno della stessa compagine si trovano allevatori e trasformatori, spesso invece su fronti contrapposti". E Izzo, che ricorda come quello del Forteto sia uno dei caseifici più grandi della Toscana, esprime anche un auspicio: "Che anche in Mugello si possa mettere insieme i produttori di latte con chi il latte lo trasforma".