PAOLO GUIDOTTI
Cronaca

Addio al Forteto, cambia nome. L’inchiesta dimezzò il fatturato

L’azienda agricola riparte con tre donne nel cda. Nessuno legato alla vecchia cooperativa

Addio al Forteto, cambia nome. L’inchiesta dimezzò il fatturato

Addio al Forteto, cambia nome. L’inchiesta dimezzò il fatturato

Forteto addio. La cooperativa agricola mugellana ha deciso di cambiare nome. "Quello nuovo stiamo definendolo in questi giorni, e lo presenteremo in assemblea dei soci – dice il presidente Maurizio Izzo – Sicuramente avrà un forte richiamo al Mugello".

Si vuol voltare pagina, radicalmente. Perché la brutta storia di Rodolfo Fiesoli e dei suoi adepti, degli abusi su bambini e ragazzi in una comunità a lungo accreditata come luogo innovativo di accoglienza dei minori, ha segnato pesantemente anche la cooperativa agricola II Forteto.

Izzo lo chiarisce: "Non si tratta di una scelta commerciale. Vogliamo confermare la fine di un’epoca e di una storia, e il completamento, anche con un nome diverso, di un nuovo corso. Un cambiamento sostanziale, che è da tempo avviato". Il presidente rivendica una discontinuità assoluta: "La cooperativa che oggi si chiama Il Forteto e alla quale presto cambieremo nome, è veramente e solamente una cooperativa agricola di trasformazione di prodotti lattiero caseari, formata da soci lavoratori e conferitori. Poi la compagine: oggi in cooperativa non è presente alcun socio fondatore del vecchio Forteto e aggiungo che in cda ci sono tre donne, e sono la maggioranza, mentre nella lunga storia del Forteto mai una donna era stata fatta sedere in consiglio d’amministrazione".

Il Forteto viene da un anno difficile: "Sono cambiate figure strategiche come il direttore generale e il direttore commerciale. Ci siamo avvalsi della procedura di composizione negoziata della crisi, che oggi possiamo dire con ragionevole certezza che si chiuderà positivamente insieme a tutti i soggetti coinvolti a partire dagli istituti bancari".

Una crisi legata tutta agli effetti delle vicende giudiziarie, evidenzia Izzo: "Non solo per gli esborsi per il risarcimento vittime e le spese legali, ma anche per i danni d’immagine che ne sono conseguiti. Prima del caso-Fiesoli il Forteto fatturava 17 milioni di euro, alla fine del commissariamento eravamo sotto i 10 milioni. Ora lentamente siamo tornati verso gli 11 milioni , la risalita è lenta, ma abbiamo ridotto l’indebitamento e messo in sicurezza l’azienda".

Anche la vendita degli immobili dove risiedeva Fiesoli e la comunità è stato un altro segno della volontà di tagliare col passato: "Abbiamo venduto quasi tutto, mancano le ville che però sono già state liberate e sono sul mercato anch’esse". Ora si guarda al futuro e ci sono novità importanti. Intanto la fusione, per incorporazione con l’Associazione Pastorizia toscana: "E’ un fatto molto importante per noi – sottolinea il presidente del Forteto – All’interno della stessa compagine si trovano allevatori e trasformatori, spesso invece su fronti contrapposti". E Izzo, che ricorda come quello del Forteto sia uno dei caseifici più grandi della Toscana, esprime anche un auspicio: "Che anche in Mugello si possa mettere insieme i produttori di latte con chi il latte lo trasforma".