La sua fama di ematologo era internazionale, stimato da tutti professionalmente e umanamente e sarà ricordato per il sorriso con cui accoglieva tutti i suoi pazienti: il mondo della medicina piange il professor Pierluigi Rossi Ferrini, morto nel pomeriggio di ieri nella sua abitazione. Ad aprile avrebbe compiuto 91 anni. Sposato con Patrizia Catena (fondatrice e presidente onorario di Avo Firenze), padre di tre figli, Francesco, Carlo e Federico, nonno di sette nipoti, è considerato tra i fondatori dell’ematologia moderna.
Nato a Sarteano in provincia di Siena nel 1930, subito dopo la laurea ottenuta a pieni voti aveva iniziato la sua carriera universitaria. Nel 1970 fu nominato primario di ematologia nell’ospedale di Santa Maria Nuova, il più giovane nella storia italiana a rivestire questo importante ruolo. Nel frattempo proseguiva la sua carriera accademica: professore ordinario di ematologia all’Università di Firenze ed è stato anche per lungo tempo direttore della relativa scuola di specializzazione, nonché presidente nazionale della Società italiana di ematologia. A lui si deve l’arrivo a Firenze delle fondamentali prime terapie efficaci per la cura delle leucemie, dei linfomi e delle malattie emorragiche.
Ma nonostante l’impegno professionale nei diversi fronti del suo settore, Pierluigi Rossi Ferrini ha sempre trovato il tempo per il volontariato: nel 1970 organizzò una vacanza al mare per 80 bambini emofilici dimostrando che questi piccoli, seguiti con le cure adeguate, potevano trascorrere una vita normale. Fondamentale il suo apporto per l’associazione contro le leucemie Ail di cui è stato presidente fiorentino e consigliere nazionale per tanti anni. Ha presieduto anche il comitato scientifico della biobanca Leonardo da Vinci di Fiorgen al Polo scientifico universitario di Sesto Fiorentino e per tanti anni si è impegnato della Fondazione CR Firenze come socio, membro del comitato di indirizzo, consigliere di amministrazione e, dal 2013 al 2016, anche vicepresidente. Tuttora ne era senior advisor.
"Piangiamo un grande amico e illustre professore di grande umanità e sensibilità" commenta il presidente della Fondazione CR Luigi Salvadori che lo ricorda come "innamorato dei suoi malati e grande sostenitore dei giovani ricercatori" con un "grande senso dell’ironia con cui alleggeriva le sue dotte dissertazioni mediche". "Era un punto di riferimento per il mondo della medicina e una persona sensibile e competente che ha dato tanto alla nostra Firenze": afferma il sindaco Dario Nardella, nel suo messaggio di cordoglio.
Manuela Plastina