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Addio all’abete di Penone Ora “ruggisce“ Vezzoli

Se ne è andata ieri da piazza Signoria la grande installazione “Abete“ dell’artista Giuseppe Penone, inaugurata il 25 marzo in occasione del Dantedì. L’opera, alta circa 22 metri, si inseriva infatti nelle celebrazioni dei 700 anni dalla nascita di Dante Alighieri, e affiancava la mostra del maestro dell’Arte Povera, ’Alberi Inversi’ , ospitata agli Uffizi.

Ma in questi sei mesi i fiorentini non hanno apprezzato più di tanto il maxi abete, che alludeva al tema de “l’albero che vive de la cima e frutta sempre e mai non perde foglia” (vv. 29-30, Canto XVIII, Paradiso, Divina Commedia).

I fiorentini hanno detto di tutto, sostenendo che quell’albero era peggio di “spelacchio“, l’albero di Natale di Roma diventato celebre per la sua scarsa “avvenenza“.

Da sabato, sempre in piazza della Signoria, è arrivato il Leone di Francesco Vezzoli, una scultura fra antico e moderno, che col suo pastiche tra diverse epoche artistiche che è diventato la cifra di molte opere recenti dell’artista.