
Addio all’architetto Guido Spadolini. Maestro del recupero di ex aree industriali
Guido Spadolini, venuto a mancare ieri, era il primo di cinque figli dell’architetto Pierluigi e di Gianna Fagnoni: Donata, che si occupa del settore artistico della Fondazione dello zio Giovanni, il senatore; Benedetta, docente emerito di composizione artistica all’Università di Genova; Tommaso, progettista e disegnatore nautico di successo; Serena, esperta di grafica. Guido (nella foto), architetto come il padre, è stato il punto di riferimento della famiglia, quelle di una volta, ampie ed unite, con tanti figli e nipoti. Nonostante la malattia avanzante, era tuttora in piena attività. Lo avevo incontrato pochi giorni fa nella sua bella villa-studio a Coverciano ("Spadolini e Architetti") e mi aveva intrattenuto sugli intensi rapporti avviati con le autorità maltesi e sui lavori da portare avanti nell’isola.
Seguiva con immutata partecipazione le vicende della Fondazione Spadolini Nuova Antologia di cui aveva contribuito a realizzare le sedi: disegnando la struttura interna della "casa dei libri" dello zio, costruita dal padre alla metà degli anni ’60, destinata ad accogliere libri e collezioni storiche ed artistiche. A seguire la ristrutturazione in prima persona dei locali della Cassa di Risparmio di Firenze (oggi Intesa Sanpaolo) concessi in comodato alla Fondazione per accogliere la grande Biblioteca aperta al pubblico, luogo di incontro per importanti convegni e iniziative culturali. Nato nel 1949, laureatosi a Firenze nel 1975, Guido aveva iniziato fin da subito l’attività di progettazione destinata a caratterizzare il suo lungo ed intenso impegno professionale, affiancando il padre nella realizzazione di rilevanti progetti, quali Palazzi di Giustizia e sedi di grandi compagnie. Attività di ricerca, portata avanti poi in proprio, attraverso significativi piani di recupero e di valorizzazione di zone industriali e la loro trasformazione in aree residenziali, commerciali e terziarie. In particolare all’estero, dal Qatar alla Russia, dalla Francia alla Cina. Sportivo, condivideva con Pierluigi anche la passione per la vela e le regate, al pari dell’amore per il mare. Il tempo libero, poco in realtà, lo dedicava – oltre ai sette nipoti – alla cura delle rose e del suo giardino, agli spazi aperti della campagna. A cominciare da quella di Pian dei Giullari, ricca dei dolci ricordi dell’infanzia.
Cosimo Ceccuti