
Frida Bollani Magoni si esibirà mercoledì 19 marzo al Teatro Giotto di Borgo San Lorenzo nella nuova edizione del Giotto Jazz Festival
"Da quest’anno artisticamente sarò soltanto Frida. Non è una scelta che vuole escludere i miei cognomi, cancellare il fatto di essere figlia di Stefano Bollani e Petra Magoni. È semplicemente un modo per essere più me stessa. E in questo tour c’è il mio sound, molto diverso da quello sentito nei live degli anni scorsi". Sarà "Semplicemente Frida in tour" il concerto con cui Frida Bollani Magoni inaugurerà il 19 marzo al Teatro Giotto di Borgo San Lorenzo il Giotto Jazz Festival che, anche in questa XXVI edizione, conferma la sua vocazione internazionale e una spiccata attenzione alle presenze femminili. E’ il caso di Frida, la musicista e cantautrice, classe 2004, di Lido di Camaiore che oggi si presenta al pubblico con una proposta artistica più matura e autentica, che abbraccia una dimensione più personale e la esprime, per la prima volta al piano elettrico, con sonorità più contemporanee e la complicità del compositore e polistrumentista britannico Mark Glentworth alle percussioni, vibrafono.
Frida, come mai stavolta suona il pianoforte elettrico?
"Nasce tutto da una ricerca sonora. Col piano elettrico si ha a disposizione una gamma di suoni praticamente infinita, tra pianoforti acustici e elettrici, archi e synth che si possono mescolare insieme per ottenere sonorità particolari che col piano acustico non si possono fare".
E’ un addio al pianoforte classico?
"E’ un arrivederci. Ho tanti pianoforti a casa e li suono continuamente. Ora voglio sperimentare qualcosa di più moderno, ma non è un addio".
Cosa porta in più al live Mark Glentworth?
"E’ un musicista con decenni di esperienza come percussionista, come produttore e come autore di canzoni. Nel mio caso porta una collaborazione dal punto di vista dei testi, dei nuovi inediti. Non essendo più da sola sul palco c’è possibilità di aggiungere strumenti, nuovi arrangiamenti, nuovi sound".
Cosa ha preso dai suoi genitori sotto il profilo musicale? "Ho una voce simile a quella di mia mamma. Poi questo non vuol dire che ho preso completamente il suo modo di cantare e tutto il modo di suonare da mio papà, però la sua è la prima voce che ho sentito, mentre il primo pianoforte lo suonava papà. Entrambi sono dentro di me anche senza accorgermene".
E’ difficile imparare il piano con le notazioni in braille?
"Sono nata non vedente e a 7 anni l’insegnante Paolo Razzuoli mi ha introdotto alle notazioni musicali braille in cui la musica è scritta come un libro di testo, ma non in forma di pentagramma. Un po’ comunque me l’hanno spiegato, perché se ti devi interfacciare con musicisti vedenti almeno sai di cosa stanno parlando".
Ha l’orecchio assoluto?
"La musica in braille la so leggere, la so scrivere però in effetti tanto del mio percorso si è sviluppato esercitando molto l’orecchio. Per fortuna sono nata nel 2004: negli anni ’60-’70 o anche prima avrei avuto molta più difficoltà"