FIRENZE
Cronaca

Adesso il rinnovamento va in scena. Dai maestri ai giovani emergenti . Il palco si apre e strega Firenze

Il sovrintendente Fuortes svela il cartellone dell’anno prossimo: 25 concerti, 10 opere e grandi nomi. Molti registi fra cui Wim Wenders e l’atteso ritorno di Anna Netrebko. E a dicembre un evento unico.

Adesso  il rinnovamento va in scena. Dai maestri ai giovani emergenti . Il palco si apre e strega Firenze

Il sovrintendente Fuortes svela il cartellone dell’anno prossimo: 25 concerti, 10 opere e grandi nomi. Molti registi fra cui Wim Wenders e l’atteso ritorno di Anna Netrebko. E a dicembre un evento unico.

di Chiara Caselli

Non è un sortilegio, né magia nera, ma piuttosto il frutto di un gran lavoro di squadra, condotto in soli quattro mesi con competenza, professionalità e passione. Ma il sovrintendente Carlo Fuortes ha voluto introdurre la presentazione della Stagione 2025 del Teatro del Maggio Fiorentino (insieme al governatore Eugenio Giani e alla sindaca Sara Funaro) con una divertente trovata, sulle celeberrime note dell’Apprenti Sorcier di Paul Dukas. E i numerosi ospiti, invitati a sedersi all’ingresso del palco, hanno sentito il pavimento scendere e scorrere verso il sipario, che si è aperto sulla sala grande in una prospettiva magnifica e insolita. Non solo perché il palco è il cuore pulsante ma anche perché quello del Maggio possiede potenzialità tecnologiche ancora tutte da scoprire.

Un teatro moderno, popolare (cioè rivolto a tutti e non una élite ristretta) e, dati i precedenti, sostenibile (i conti tornano pur mantenendo un livello di eccellenza). Un ampio ventaglio di grandi interpreti, ma anche l’ostinata scommessa sui talenti emergenti che il Maggio ha sempre saputo lanciare. Un programma ambizioso, che parte il 3 gennaio 2025 sulla colonna sonora su cui tutti siamo cresciuti: quella dei capolavori Disney, ‘Fantasia’. Poi 10 opere liriche, 24 tra concerti sinfonici e sinfonico corali, 2 balletti, l’attenzione alle giovani generazioni con il ciclo domenicale di concerti matinée per le famiglie.

Il cuore della programmazione è l’87° Festival, che partirà il 13 aprile con Salome di Richard Strauss: regia di Emma Dante e direzione affidata a Alexander Soddy, giovane direttore inglese in grande ascesa, al suo debutto in Italia. A seguire, un’altra perla del XX secolo, che conferma lo spirito pioneristico nell’esplorare fuori dal repertorio tradizionale: Der Junge Lord (1965) di Hans Werner Henze, mai eseguita in Italia in lingua originale: una satira graffiante della società moderna, regia di Daniele Menghini, direzione di Markus Stenz. Poi Aida, in un allestimento di Damiano Michieletto che proviene dall’Opera di Monaco. Sul podio Mehta, che dirigerà anche il Requiem di Verdi cui fa seguito il War Requiem di Britten, dove le forze dell’Orchestra del Maggio si sommano a quelle dell’Orchestra della Toscana dirette da Diego Ceretta. Antonio Pappano arriva il 10 giugno con la London Symphony Orchestra. Sul podio anche Michele Mariotti e altri giovani e talentuosissimi direttori. Un solo concerto, l’11 maggio, per Daniele Gatti, che conclude l’incarico di direttore principale a dicembre 2024. "Questa stagione - spiega Fuortes - si svolge senza una direzione artistica. Per individuare una nuova figura all’altezza di un’istituzione così prestigiosa ci vogliono tempo e pazienza".

Oltre al Festival, da gennaio a marzo e da settembre a dicembre, la stagione presenta altre 7 produzioni operistiche. Due le riprese: Rigoletto e Bohème; poi il capolavoro di Bizet, I Pescatori di Perle, in prestito dall’Opera di Stato di Berlino, regia di Wim Wenders, direzione di Jérémie Rhorer; la belliniana Norma (in un adattamento che arriva da Salisburgo) e Lucrezia Borgia di Donizetti, per esaltare l’immenso talento di Jessica Pratt, che al Maggio è di casa. E poi Macbeth di Verdi, con la regia di Mario Martone, le scene di Mimmo Paladino, Soddy di nuovo sul podio, insieme a Le streghe di Macbeth, opera per ragazzi a cura di Manu Lalli. A dicembre un evento unico: la Matthäus Passion di Bach allestita in forma scenica con il grande Kent Nagano, la regia di Romeo Castellucci e la voce di Jan Bostridge. Largo alla danza con Roméo e Juliette di Prokof’ev e Lac, di Bertrand Maillot da Il lago dei cigni di Cajkovskij. Tra i numerosi concerti, il recital di Anna Netrebko a febbraio e il gran finale, il 19 dicembre, con Riccardo Muti che alla guida dell’Orchestra del Maggio commemora Vittorio Gui nei 50 anni dalla morte.