Lo storico alimentari tira giù il bandone, le pelletterie che danno lavoro se ne vanno, il merciaio e l’edicola chiudono. Ma anche i pediatri scarseggiano e la linea telefonica va a singhiozzo. La chiusura dello sportello bancario nel paesino di Londa, riaccende i riflettori sulla desertificazione commerciale nei borghi di montagna. Quel fenomeno che lascia i piccoli centri sempre più sguarniti di servizi essenziali, negozi e attività. Un problema che la frazione di 1800 anime al confine tra Mugello e Valdisieve conosce fin troppo bene. Quando si parla della filiale e delle attività che hanno alzato i tacchi, ai tavolini del circolo scuotono la testa.
"I piccoli vengono sempre trascurati – spiega Loredano Taccini, a Londa da tutta la vita – Si parla di rilanciare i borghi ma nella pratica viene dimostrato altro". Loredano condivide le proteste del sindaco Cuoretti: "Oltre ai servizi che vengono a mancare c’è un lato più forte, ed è quello simbolico – continua Taccini – I bandoni tirati giù sono un messaggio, un modo di sottolineare la poca attenzione verso gli abitanti".
Ma come detto, la banca è solo l’ultima di una lunga fila di attività, che per mancanza di incentivi, aiuti, e agevolazioni fa sempre più fatica a restare a galla: "Londa resiste, ma gli sforzi sembrano inutili – lo dice con rassegnazione Alfonso Bubici, incontrato nel bar del paese – Tante fabbriche hanno alzato i tacchi. L’indotto della pelle si è spostato e anche i negozi hanno accusato il colpo. L’amministrazione ci prova ad animare il borgo, ma guardando le chiusure sale un senso di ingiustizia".
Lo stesso che viene quando si pensa alle difficoltà che la desertificazione porta negli anziani: "I primi a rimetterci sono i meno giovani – non sorride mentre parla Franco Fortini – L’eta media qui è alta. Come si può dire a un novantenne di andare a Rufina o a Pontassieve per sbrigare una pratica" si chiede.
Anche Antonello Mugnai, agente immobiliare da 41 anni a Londa, il paese l’ha visto cambiare: "I supermercati vicini hanno affossato le botteghe – dice – e l’alimentari che era li da 60 anni ha ’salutato la curva’. Come il merciaio" conclude.
Ma per ogni attività che alza i tacchi ce ne sono altre che resistono. E infatti le porte del macellaio sono aperte, le luci dell’ortolano accese. In cartoleria il bandone è su, come in ferramenta. La voce l’ha alzata anche il sindaco Tommaso Cuoretti, non resterà guardare mentre il paese si desertifica: "Stiamo facendo una battaglia per tenere i borghi vivi – dice – ma è sempre più dura. La linea telefonica è un problema gravissimo che peggiora la vita delle persone. Le abbiamo provate veramente tutte". E sul lato dei servizi è chiaro: "Il medico è attivo solo alcuni giorni a settimana e il pediatra è un miraggio. C’è chi per le visite ai bambini deve arrivare a Vicchio".