di Teresa ScarcellaFIRENZELe coppie adottano meno. Il calo delle richieste per le adozioni internazionali, è un dato di fatto: -73% negli ultimi dieci anni (fonte commissione per le adozioni internazionali). Basta guardare al nostro orticello: il tribunale di Firenze, che dopo Milano è quello con il numero più alto di richieste di autorizzazione all’ingresso in Italia di minori a scopo adottivo (1.061 dal 2014 al 2023), è passato dalle 205 domande del 2015 alle 56 del 2023 (21 nel primo semestre del 2024). Stessa cosa per quanto riguarda i minorenni per cui è stata rilasciata l’autorizzazione: sono stati 246 nel 2015 e 70 nel 2023 (26 nel primo semestre del 2024). I motivi di questo calo sono vari: si va dalla precarietà degli equilibri geopolitici, le adozioni da paesi come Russia e Ucraina, per esempio, hanno subito una brusca frenata dallo scoppio del conflitto; a motivi prettamente economici. Per le adozioni internazionali si arriva a spendere dai 16 ai 20mila euro, è evidente che non tutte le coppie possono permetterselo. Eppure questo calo non cambia un dato di fatto, ovvero che gli aspiranti genitori sono sempre di più rispetto ai bambini dichiarati adottabili. E questo spiega i tempi di attesa delle adozioni, che in media sono di 4 anni e mezzo per quelle internazionali.
"Ogni anno il numero delle coppie disponibili all’adozione è tre volte superiore ai bambini adottabili - spiega Mirko Landi, presidente della sezione fiorentina di Anfaa, associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie -. Questo vuol dire che non c’è un bambino che rischia di rimanere senza una famiglia. A mio avviso la sentenza della Consulta non è una novità, non risponde a un reale bisogno del bambino, semmai a un diritto dell’adulto di diventare genitore. La legge 184 già prevedeva l’adozione da parte dei single in casi particolari, ovvero laddove ci sia l’interesse del bambino, il giudice è libero di scegliere, quindi di dare in adozione il bambino a una persona single o anche ad una coppia omogenitoriale. Ora, con la pronuncia della Consulta, si rischia di riempire i tribunali di domande da parte di single o di coppie non stabili, come se ci fosse un reale bisogno da parte dei bambini, ma non è così".
Non si può dire lo stesso per i bambini con bisogni speciali. Loro sono quelli che "hanno grande difficoltà ad essere adottati - continua Landi - Perché un conto è affrontare la patologia all’interno di una gravidanza biologica, un altro è decidere con coscienza di farsi carico di un minori con gravi disabilità".
Qual era, fino a ieri, il profilo delle coppie adottive? Perlopiù coppie mature, con un’età fra i 40 e i 44 anni, nei primi anni di matrimonio. Si tratta di impiegati e liberi professionisti che lavorano soprattutto in ambiti intellettuali, scientifici o comunque di elevata specializzazione, quindi si tratta di persone con un certo livello di istruzione. Per la maggior parte di loro si tratta del primo figlio, perché impossibilitati a procreare. È questo, infatti, il principale motivo che spinge a scegliere l’adozione. Poi c’è un’impossibilità generica o, molto banalmente, il desiderio di diventare genitore.
La maggior parte dei bambini adottati, invece, ha un’età compresa tra i 5 e i 9 anni, il 27% di loro è tra 1 e i 4 anni, il 17% ha oltre 10 anni. Provengono soprattutto dall’Ungheria, dall’India e dalla Colombia. Stando all’ultimo report del tribunale di Firenze, aggiornato al 2022, in quell’anno sono state 213 le coppie toscane che hanno fatto richiesta di adozione: 69 si sono resi disponibili solo per un’adozione nazionale; 20 solo per quella internazionale, e in 124 hanno optato per entrambe. Di queste, 62 erano residenti nella provincia di Firenze. L’anno precedente erano stato 225 le richieste; 176 nel 2020 (dato drogato dal Covid); 254 nel 2019. E poi, sempre a livello regionale: nel 2022 erano 30 i bambini e i ragazzi dichiarati adottabili (nel 2019, quindi prima del Covid, erano 47; 56 nel 2017).