REDAZIONE FIRENZE

Il caso affitti brevi. Benvenuti a Firenze, culla del mordi e fuggi. La sindaca: stop Airbnb

Viaggio nel capoluogo toscano, dove ci sono oltre 12mila gestori di alloggi. La nuova stretta è il primo atto della giunta Funaro. Forza Italia: "Ricorso al Tar"

Turisti a Firenze dove proliferano gli alloggi per affitti brevi (Foto Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 17 luglio 2024 – "La mia decisione è di andare avanti, perché il tema degli affitti brevi è un tema centrale nella nostra città, abbiamo tantissimi cittadini che sono in difficoltà nel trovare una casa in affitto: lo vediamo dalle cronache quotidiane, i prezzi si sono alzati in maniera esponenziale. Alla prima giunta utile porterò tutti i provvedimenti necessari per ribadire lo stop agli affitti turistici brevi all’interno del centro storico”. Lo conferma, ancora una volta, la sindaca di Firenze, Sara Funaro, commentando la sentenza del Tar che ha dichiarato improcedibile il ricorso contro la variante urbanistica che aveva introdotto il divieto in area Unesco, misura di salvaguardia considerata però non più in vigore poiché stralciata dal recente piano operativo approvato dal Comune. La nuova inquilina di Palazzo Vecchio è convinta di poter superare la sentenza rimediando al problema formale che sta alla base della pronuncia del tribunale amministrativo. D’altra parte, Funaro intende imprimere un cambio: “Firenze deve essere una città che attira residenza, lavoratori, studenti. Deve essere il nostro primo obiettivo. È chiaro che l’overtourism sta diventando un problema davvero serio e che va affrontato con grande determinazione”.

L’approccio di Funaro è proteso, in questo senso, a tutelare l’identità fiorentina anche in termini di commercio e artigianato: "Dobbiamo fare in modo che la nostra città non diventi la città dei turisti, ma prima di tutto dei fiorentini”.

Ma le associazioni degli host e il coordinatore regionale di Forza Italia, Marco Stella, annunciano già battaglia, e minacciano un nuovo ricorso ai giudici amministrativi nel caso in cui l’amministrazione comunale approvi la nuova delibera. Per Stella «la giunta Funaro è contro la ricchezza e porterà povertà a Firenze, rinunciare alle locazioni turistiche significa rinunciare a 3,5 miliardi di Pil in città e a 37 milioni di imposta di soggiorno».

A.P.

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Il caldo africano non mette i freni alle rotelle dei trolley. Santa Croce una volta era il rione che, pur incastonato nel cuore di Firenze, aveva mantenuto la sua genuinità. Quella che aveva incantato anche Monicelli: peccato che oggi in piazza de’ Peruzzi e dintorni, non abiti più il Perozzi – giornalista de La Nazione interpretato da Philippe Noiret nell’intramontabile Amici miei – ma un vortice di residenti per una notte, o poco più.

Ci sono i campanelli a fare la spia del cambiamento. Non più i cognomi sulle targhette, ma nomi di artisti, pittori, scultori, musicisti o più semplicemente numeri. Welcome nella Firenze del mordi e fuggi, quella del centro completamente rosso tanti sono i puntini che il portale di Inside Airbnb, piattaforma internazionale che studia il fenomeno nelle principali città turistiche del mondo. Sono 12.246 gli host che, nel solo territorio comunale di Firenze, affittano interi appartamenti (più di diecimila) o alcune stanze, secondo la formula più antica – e forse un po’ in declino – del bed & breakfast, dormire e colazione.

Ma chiedersi se è cominciata prima la trasformazione del centro o il suo svuotamento delle funzionalità verso la periferia, è come interrogarsi sull’uovo o la gallina. Di sicuro, alcune scelte di ieri hanno influenzato la situazione di oggi. A Firenze la facoltà di Scienze politiche e giurisprudenza e il tribunale non sono più in centro, ma a Novoli, quartiere “nuovo” che una linea della tramvia – quella che porta all’aeroporto di Peretola – ha reso assai appetitoso. Abitare in centro storico è difficile, un lusso, sicuramente faticoso per chi ha figli. Commercio e servizi si adeguano: botteghe che chiudono o fuggono, uffici che si decentrano. Chi c’è, è calibrato sul turista. Ecco che così in tanti si sono spostati.

Ma la proprietà è sacra, come ricorda la ministra Daniela Santanchè, entrando a gamba tesa su Palazzo Vecchio e la sua idea di limitare il proliferare degli Airbnb nell’area Unesco. Un provvedimento che arriva dopo mesi e mesi di polemiche, in cui gli appartamenti inseriti nel circuiti degli affitti brevi sono stati additati, anche a sproposito, come causa di diversi mali che ammorbano Firenze. Colpa degli Airbnb se c’è l’emergenza abitativa, colpa degli Airbnb se gli studenti non trovano una stanza. Con qualche “inoltra” da una chat di proprietari, si scopre il pensiero comune: "Come ve lo dobbiamo dire che la seconda casa che abbiamo ristrutturato e arredato finemente con svariate decine di migliaia di euro, le vogliamo affittare a chi cerca quella roba lì? Come ve lo dobbiamo dire che se volessimo affittare a famiglie povere o studenti con Isee basso, non ci spendevamo tutti quei soldi?".

È vero anche che non tutti gli alloggi del circuito sono di proprietà di piccoli proprietari che arrotondano o hanno fatto un investimento. Firenze ha fatto gola a vere e proprie holding del settore dell’affitto breve. E un grande condominio di Airbnb di lusso sta nascendo anche al posto dell’ex teatro del Maggio musicale in Corso Italia. Senza che la politica strepiti troppo.

A rinfocolare il dibattito ci ha pensato alcuni giorni fa il Tar, che si è “non-pronunciato” sulla variante della giunta Nardella che avrebbe bloccato la nascita delle nuove strutture ricettive in centro. Quella variante non c’è infatti nel Poc – Piano Operativo Comunale – e i giudici hanno detto a Palazzo Vecchio che toglierla non è stato proprio geniale, ma non essendoci, non si possono neanche valutare i ricorsi. Così, la nuova sindaca Funaro ripropone subito questa legge. A Gianni Facchini, presidente di Myguestfriend, “sindacato” degli homesharing , "spiace che si perderà l’ennesima occasione per il Comune di Firenze di intraprendere una vera politica attiva di sostegno per i futuri residenti con servizi attrattivi, trasporti efficienti, spazi per le famiglie e il tempo libero, parcheggi convenzionati e via discorrendo. Naturalmente – prosegue Facchini – si continuerà a non tenere conto della madre di tutti i problemi abitativi, la mancanza di tutela legale efficace per chi affida un immobile a un terzo".

Stefano Brogioni