Firenze, 13 dicembre 2024 – Solo il 52% degli immobili in affitto turistico si è dotato del cosiddetto Cin, ossia il Codice identificativo nazionale, e appena il 5,6% è pienamente in regola. I dati emergono da un’indagine di Fondazione Isscon e dell’Osservatorio Federconsumatori, con il contributo del Sunia, per misurare il livello di legalità degli affitti turistici in Italia. Sono stati presi in considerazione quasi mille immobili monitorati in 10 città, strutture gestite sia da host privati che da professionisti presenti sulle principali piattaforme di settore. La rilevazione si riferisce alla prima metà di novembre e punta a rilevare lo stato dell’arte sul fronte dell’adozione del cin e delle dotazioni di sicurezza degli immobili. Proprio sulla sicurezza la situazione è ancora peggiore rispetto al Cin: gli immobili in regola contemporaneamente sia con il codice che con tutti gli altri elementi di sicurezza sono solo l’8,5% in Italia, cioè soltanto uno su 12.
Guardando alla distribuzione territoriale delle irregolarità, i dati peggiori si rilevano a Napoli, dove solo per il 32% degli immobili in affitto breve è stato richiesto e ottenuto il Cin. Ma a seguire, nella classifica ci sono Firenze (37%), Bologna (48%) e Torino (51%). Poco distanti Alghero (53%), Roma (54%), Venezia (57%). Chiudono la classifica Lecce e Catania con il 60% e Milano: il capoluogo lombardo è quello che ha il miglior dato, con il 67% dei Cin rilasciati.
“I risultati rivelano una situazione catastrofica ancora lontana dal pieno adempimento della normativa – sottolinea Laura Grandi, presidente Federconsumatori Toscana –. A Firenze sono il 37% si è dotato di Cin, è assurdo”. Il 65% dei mille immobili in affitto breve presi in esame era presente sulla piattaforma Airbnb, il 24% su Booking mentre l’11% su Subito.
“E’ clamoroso anche il mancato rispetto delle prescrizioni di sicurezza previste dalla normativa nazionale con estintori, rilevatori di gas e impianto antincendio”, sottolinea Grandi. L’estintore, obbligatorio nell’appartamento o al piano, è presente, nel dato generale, solo nel 30% degli immobili; gli obbligatori rilevatori di perdite di gas o della presenza di monossido di carbonio sono presenti solo nel 22-24% degli immobili; infine, gli impianti antincendio (non obbligatori) sono presenti nel 15% dei casi. In un quadro così negativo, spiccano i numeri di Roma, con un “indice di sicurezza” (la media di tutti gli elementi rilevati) del 24%. Segue Milano, con 19%. Peggio ancora tutti gli altri, tra cui Firenze al 9% che fa meglio solo di Torino (5%).
Se in media, in Italia, solo l’8,5% è in regola sia con il Cin che con le prescrizioni di sicurezza, anche in questo caso Firenze si colloca ben al di sotto sotto. Infatti, se la condizione peggiore, tra le dieci città sotto la lente, è quella di Torino, dove è pienamente in regola appena il 2,2% degli immobili in affitto breve, Firenze (insieme a Napoli e Bologna) viene subito dopo con il 5,6%.
“Quelli di Firenze sono numeri gravi: si delinea una condizione di emergenza nell’emergenza che dovrebbe spingere a scelte importanti, a tutela sia dei turisti che dei fiorentini – sottolinea la presidente di Federconsumatori – La situazione fiorentina, dal punto di vista abitativo, fa ‘acqua da tutti i buchi’: affitti alti e introvabili, condomini diventati alberghi diffusi, dove i costi maggiorati delle manutenzioni e quelli sociali vengono scaricati sui residenti. Tutto questo viene aggravato dalla completa mancanza di sicurezza. Insomma una pentola a pressione, pronta ad esplodere. Servono assolutamente maggiori controlli”. Per Grazia Galli di Progetto Firenze “bene che si moltiplichino gli approfondimenti sui tanti, troppi, aspetti sin qui sottovalutati”.