ROSSELLA CONTE
Cronaca

Affitti, incubo continuo. Mille euro per due stanze: ‘Chieste sempre più garanzie’

La lettera aperta di Micol, lavoratrice fuori sede a caccia di una casa: "Dopo tutte le referenze fornite, mi hanno chiesto la firma di un garante”

Firenze, 30 giugno 2024 – Ha 35 anni , un contratto a tempo indeterminato e sarebbe stata disposta a versare immediatamente la caparra pur di riuscire a prendere il monolocale tanto desiderato. Un sogno che sembrava stesse per avverarsi fino a quando l’agente immobiliare non le ha chiesto l’ennesimo sforzo: la firma di un garante. Una richiesta che a Micol Brugnatti, una 35enne emiliana di origine, ma con un contratto a tempo indeterminato a Scandicci, non le è andata proprio giù. Per questo ha scritto una lettera aperta.

Sono sempre di più gli studenti e i lavoratori in difficoltà con i canoni di locazione
Sono sempre di più gli studenti e i lavoratori in difficoltà con i canoni di locazione

“Sono stata da sempre abituata ad arrangiarmi e ad essere indipendente, soprattutto dopo la perdita di mio padre. Mia madre è l’unica persona che resta della mia famiglia e non ho certo intenzione di coinvolgerla in quelle che sono le mie scelte, l’affitto lo devo pagare io, e il mio stipendio dice che ne sarei ampiamente in grado" si sfoga Micol. C’è una domanda che continua a risuonare nella sua testa: "Ma tu da sola come farai a pagare? Uno schiaffo avrebbe fatto meno male, penso - le sue parole -. Perché ancora una volta è chiaro che per la società, io, donna, senza compagno e famiglia, non posso essere considerata affidabile o autosufficiente e nonostante il lavoro a tempo indeterminato e un buon stipendio ho per forza bisogno di aiuto, che sia un compagno o un genitore".

Una storia quella di Micol che comincia come tante con un annuncio su internet e un appuntamento per la visita. "Il monolocale è piccolo ma curato, il canone di affitto non è eccessivamente alto. E’ amore a prima vista" dice. Micol allora chiede cosa deve fare per fermare l’appartamento. "A questo punto l’agente immobiliare mi elenca una sequenza interminabile di documenti da presentare per propormi come ipotetica inquilina. Tra questi il mio contratto di lavoro, almeno tre buste paga, documenti d’identità e ultimo ma non ultimo un anticipo della caparra da versare quanto prima".

L’indomani, come promesso, la 35enne invia la documentazione ed il bonifico. "Venerdì sera ricevo la buona notizia, il proprietario ha scelto me. Lunedì potrò passare in agenzia per definire alcuni dettagli del contratto. Ma la sera del lunedì ricevo una telefonata, è l’agente - apre le spalle -. Pensavo che mi chiamasse per anticiparmi qualche formalità. In realtà non ha buone notizie, il proprietario non è più tanto sicuro che io possa essere la persona giusta, e vuole un garante che firmi con me il contratto di affitto".

La notizia spiazza Micol. Non per la richiesta in sé ma per le motivazioni. "Insomma, chiedi improvvisamente un garante quando hai già il mio anticipo in mano e il precontratto firmato. E’ triste pensare che le prove e le privazioni a cui la vita ti ha messo davanti siano a tutti gli effetti delle colpe. Il non avere entrambi i genitori è una colpa, l’essere donna con uno stipendio inferiore rispetto ai tuoi colleghi uomini è un’altra colpa, il non avere un compagno è un’altra colpa. Forse avresti dovuto tenerti il fidanzato prepotente, quello che rendeva infelice te, ma che avrebbe fatto sentire rassicurato il proprietario di casa".