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Agente ostaggio di un detenuto, a Sollicciano cresce la tensione

Rivolta nel reparto alla chiusura serale delle celle: volevano che fosse ampliato il tempo della socialità. Un nordafricano ha preso per il collo il poliziotto della penitenziaria: sindacati sul piede di guerra

FIRENZE

Protesta per l’ampliamento del tempo della socialità e prende in ostaggio un agente della polizia penitenziaria: Sollicciano è sempre più una polveriera. Dopo il suicidio in cella del poliziotto, l’olio bollente lanciato contro una guardia (15 giorni di prognosi per le ustioni), l’ultimo episodio testimonia il clima che si sta respirando nel penitenziario fiorentino.

E’ successo martedì sera, nel reparto “P“, area del carcere che ospita oltre 400 detenuti: un melting pot di nazionalità, lingue e culture, dove non sempre regna la serena convivenza.

Il regolamento prevede che alle 20 si chiudano le celle, fino a quel momento aperte, con movimento libero all’interno della sezione. "L’operatore di Polizia è stato preso per il collo da un detenuto, insieme ad altri, che volevano avere le sezioni aperta fina a tarda sera e che grazie all’intervento di altro operatore è stato possibile liberarlo dalla presa da soffocamento", dice il Segretario Generale Regionale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria Eleuterio Grieco. "L’aria nella sezione era particolarmente tesa - aggiunge il segretario del Sappe, Francesco Oliviero - e un detenuto nordafricano ha chiesto agli agenti di uscire dalla cella per camminare nel corridoio, come se fosse non dentro un penitenziario ma in centro città… All’ovvio rifiuto degli agenti, il detenuto ha prima tentato di colpirli con una scopa e poi riusciva ad afferrare un poliziotto per la gola, cercando di strangolarlo: l’altro collega è immediatamente intervenuto sottraendolo alla morsa violenta. Entrambi sono rimasti seriamente contusi con graffi e segni al collo e sono stati immediatamente inviati in ospedale.

"Chiederemo urgente incontro al Prefetto - aggiunge Grieco di Uil-Pa - per analizzare la questione visto che a rischio è l’incolumità degli operatori tutti prima che succede l’irreparabile tenuto conto che poi la direzione ha autorizzato tale apertura fino a tarda sera". "Sta diventando sempre più pericoloso fare questo lavoro conclude Oliviero del Sappe -, senza uomini e mezzi appropriati, senza una formazione adeguata e senza che l’Amministrazione Penitenziaria adotti adeguati provvedimenti penali e disciplinari verso questi detenuti violenti e pericolosissimi per l’incolumità altrui".

stefano brogioni