Barberino del Mugello (Firenze), 22 luglio 2018 - Offeso e aggredito solo per aver fatto il proprio lavoro. Venticinque minuti da incubo giovedì scorso sul pullman di Autolinee Toscana in servizio nella tratta dallo stabilimento dell’acqua Panna a Barberino di Mugello.
«Erano le 17,35 quando mi sono fermato a Scarperia – racconta l’autista David Figura –. Ad aspettare alla fermata c’era un ragazzo di colore che. Dopo che è salito, non appena gli ho chiesto il biglietto, ha iniziato a dare in escandescenze, ad inveire contro di me e mi ha colpito a un braccio». «Era fuori di sé, probabilmente sotto l’effetto di alcol o di sostanze stupefacenti – prosegue David –. Mi ha accusato persino di essere razzista, ma io ho il dovere di chiedere il biglietto a qualunque persona salga. La stessa cosa l’avevo fatta coi due italiani a bordo. Invece lui non ne voleva sapere». Così, il mezzo è rimasto fermo per quasi mezz’ora.
«Abbiamo avuto il timore che potesse avere un coltello in tasca», dice l’autista, che ha quasi quindici anni di esperienza sui mezzi pubblici. «Una cosa simile non mi era mai successa. All’inizio, aveva ignorato la mia richiesta. Teneva gli occhi chiusi e faceva finta di niente. Ma quando ho insistito, si è scatenato. Prima mi ha offeso in inglese, minacciando di uccidermi, poi ha iniziato a urlare e a battere la testa contro il finestrino. Era fuori controllo: sudava in modo spropositato e mi spintonava», continua l’autista.
Che però, nonostante le urla, le botte e i tentativi di strappargli il cellulare di mano, è riuscito a chiamare i carabinieri. Intanto, l’immigrato si era messo di fronte al mezzo e batteva sul cofano. «Non sapevamo più cosa fare. Meno male che le forze dell’ordine sono arrivate velocemente, pochi attimi prima che il tipo andasse via, a piedi, in direzione Scarperia», sospira Davide. Ormai anche fare l’autista è diventato pericoloso. «Offese e aggressioni sono all’ordine del giorno. Perché sono sempre di più le persone che pretendono di salire senza biglietto – accusa Sauro Certini dei Cobas –. Ci vogliono i tornelli sui mezzi, ma per ora la nostra richiesta rimane inascoltata».