Firenze, 21 luglio 2021 - I pifferi di montagna andarono a suonare e...furono suonati. Pare essere questa la ’morale’ di un episodio – un confronto-scontro tra ragazzi – che la polizia sta ancora cercando di chiarire, visto poi che le ‘spiegazioni’ iniziali date dai protagonisti, sono abbastanza evanescenti, inconsistenti, neanche tanto verosimili. Due 17enni sono rimasti feriti dopo essere stati aggrediti la scorsa sera in via degli Arcipressi. I due minorenni sono stati colpiti ripetutamente, anche in faccia e sono finiti all’ospedale di Torregalli per le cure e i controlli tesi a scongiurare conseguenze più serie. Se l’è cavata con poco o niente invece il ’terzo uomo’ che era con loro, un 18enne. Ha rifiutato le cure. A colpirli – alle cinque della sera, ora fatale tradizionalmente destinata alle rese dei conti – sarebbero alcuni ragazzi un po’ più grandi di loro, ma di poco: più o meno con le età dovremmo essere lì. La polizia ricevuta la segnalazione della rissa è arrivata in via di Scandicci- viale Nenni dov’è iniziato il confronto protrattosi per alcuni minuti e terminato poco più in là.
Ricoverati i feriti, sono cominciati gli ccertamenti su questa gioventù selvaggia (ma speriamo non bruciata) che da diversi mesi desta allarme sociale tra episodi di bullismo nell’ambito scolastico e zone franche, in più punti della città – si ricorderà il caso giarduini del Campo di Marte – dove si ripetono zuffe e perfino tagliaggiamenti, piccoli ma significativi nella loro gravità.
Secondo la prima ricostruzione – però tutta da verificare – i tre (il 18enne e i due 17enni) avrebbero chiesto un ‘chiarimento’ al gruppetto avversario. Un chiarimento concesso. Da qui il confronto finito a male parole e a botte da orbi. Chiarimento per che cosa? "Nei giorni scorsi gli avevamo chiesto un Oki per il mal di testa di uno di noi, ci hanno detto che non ce l’avevano....". Magari un pretesto tra ragazzi facili ad attaccare briga. La spiegazione è apparsa risibile, al limite dell’inverosimile, vista con gli occhi dei grandi. Che però sin questo caso sono investigatori e necessariamente dubitano delle prime storielle raccontate.
In Questura si ricostruirà l’accaduto; nelle prossime ore dovrebbero essere riascoltate (se già non sono stati sentiti) le vittime. Non arduo identificatore i coetanei e competitor dei tre: i due gruppetti si conoscono, dovrà pur essere intercorsa qualche telefonata tra loro. Sta per partire intanto la sottoscrizione di firme per porre un argine all’imperversare dei bad boys : le quattro bande di ragazzi che – secondo quanto denunciato dalla Fondazione Caponnetto presieduta da Salvatore Calleri – si ‘contendono’ l’area del giardino di lungarno del Tempio intirolata al grande magistrato. Scorribande, risse e danneggiamenti rischiano di desertificarla a danno delle persone per bene. O normali, diciamo.