LAVINIA BENI
Cronaca

Aggressioni ai sanitari, il racconto: “Ho subito danni permanenti. Tanti colleghi chiedono di essere spostati”

Nei primi nove mesi del 2024 superati i casi di tutto il 2023. A Careggi fino a 300 segnalazioni l’anno

Firenze, 21 gennaio 2025 – Coltivare la responsabilità collettiva per mettere fine alle aggressioni che subiscono i lavoratori. “Bisogna costruire insieme. Bisogna affermare il problema. Se non si condividono le difficoltà, non si condivide neanche l’obiettivo di risoluzione”. Sono le parole di Giorgio Graziani, segretario confederale Cisl, che, ieri mattina, ha chiuso il convegnoStop aggressioni lavoratori organizzato dalla Cisl Firenze Prato. Tre testimonianze di tre vittime aggredite mentre erano in servizio. E poi una tavola rotonda dove hanno partecipato la sindaca di Firenze Sara Funaro, il questore di Firenze Fausto Lamparelli, il segretario confederale Cisl Giorgio Graziani il responsabile del servizio prevenzione di Careggi Fabrizio Dori e il presidente di Autolinee Toscane Gianni Bechelli.

Lavoratori costretti a subire, spinti dallo choc – a volte – anche a lasciare il proprio lavoro. Come il caso di un conducente Gest che, nella notte del 30 agosto, è stato aggredito con una bottiglia e ha dovuto poi ricorrere alle cure dei sanitari (diversi i punti di sutura). Dopo sono arrivate le dimissioni, perché ha preferito cambiare lavoro.

Nei numeri del convegno le dimensioni di un fenomeno preoccupante. In Toscana, le aggressioni al personale sanitario sono passate dalle 1.112 nel 2023 alle 1.216 nei soli primi nove mesi del 2024, mentre l’anno scorso sui treni sono state denunciate 33 aggressioni (18 solo su Firenze) e sui bus di Autolinee Toscane ne sono state registrate 30 (8 a Firenze), sulla tramvia di Firenze 3. Fabrizio Dori ha affermato che “a Careggi si stimano 200/300 aggressioni l’anno, per la maggior parte si tratta di violenza verbale. Stiamo cercando di formare il personale affinché possa imparare a fronteggiare queste situazioni. Abbiamo iniziato con delle simulazioni, dove i colleghi si fingono aggressori”.

Uno dei testimoni a parlare al convegno è stato David Lombardi, capotreno fiorentino al trasporto regionale a Santa Maria Novella che anni fa subì due aggressioni. Le vittime hanno raccontato che gli episodi di violenza continuano a risuonare nella loro testa e sulla loro pelle ogni giorno e, nonostante gli anni trascorsi, il dolore e l’amarezza per il mancato intervento dei testimoni non passano mai. Lombardi è stato aggredito anni fa due volte mentre stava lavorando sul treno. La prima volta ha riportato un danno al braccio, la seconda è stato schiaffeggiato da un ragazzino che poi si è dato alla fuga. “Bisogna riflettere sulle mancate denunce, capire perché e intervenire – ha detto – Il fenomeno sembra molto minore rispetto alla realtà. Mi aspetto che le istituzioni e le aziende lo prendano in carico”. Sul fronte trasporti il presidente di Autolinee Toscane Gianni Bechelli ha sottolineato che “sui bus ci sono sette telecamere che riescono a registrare sia dentro che fuori. L’autista, in caso di pericolo, può schiacciare un bottone rosso e avvertire così subito la polizia”.

Un altro settore a rischio è quello sanitario. Stefania Poli è stata assalita da un paziente psichiatrico nel 2021, mentre lavorava nel presidio dell’Oblate (ha poi chiesto e ottenuto di essere trasferita). Il paziente, ha raccontato, ha cercato di strangolarla e poi ha provato a darle fuoco. Adesso porta con sé danni fisici permanenti. “A me piace tanto il mio lavoro, però ancora oggi vengo insultata e umiliata. Mi dispiace se tanti miei colleghi chiedono di essere spostati, ma vogliamo solo un po’ di pace”.