Agricoltura, allarme spopolamento: "Pochi giovani, mestieri a rischio"

Coldiretti incontra le istituzioni mugellane: "Rotta da invertire. Servono investimenti e aiuti alle aziende" .

Sui problemi attuali del mondo agricolo Coldiretti Firenze Prato continua a coinvolgere sindaci e assessori comunali. Un anno fa li invitò a firmare contro la carne sintetica, di recente li ha chiamati in piazza, sul tema dei danni dei cinghiali, e ora li ha incontrati tutti insieme per discutere e condividere le questioni che più preoccupano gli agricoltori in Mugello.

Insieme ai vertici di Coldiretti c’erano così i sindaci Giampaolo Buti di Firenzuola, Sara Di Maio di Barberino di Mugello, Francesco Tagliaferri di Vicchio, Massimiliano Amato di Dicomano; e ancora, il sindaco di Palazzuolo Marco Bottino, quello di Borgo San Lorenzo Leonardo Romagnoli, il vicesindaco di Marradi Andrea Badiali e l’assessore di Scarperia e San Piero Marco Recati. "Sindaci ed assessori, che ringrazio per la partecipazione, sono i principali interlocutori sui territori delle nostre aziende – nota Cesare Buonamici, presidente di Coldiretti Firenze Prato – Uno dei temi che abbiamo posto è quello dello spopolamento dei piccoli comuni e delle aree svantaggiate, soprattutto da parte dei giovani, che mette in pericolo il futuro delle comunità rurali e nei confronti dei quali il nuovo bando per il primo insediamento della Regione Toscana si pone degli obiettivi: aiutare ad investire per aprire nuove aziende o subentrare a quelle già esistenti. Per sostenere quel ricambio generazionale necessario che tiene vivi i borghi e le zone marginali è necessario fare squadra tutti insieme".

Remo Marchi, agricoltore e allevatore di Firenzuola conferma: "Gli enti pubblici devono sostenere le attività produttive in montagna, garantendo i servizi indispensabili, sanità, scuola, internet". E aggiunge: "Occorre però vedere anche l’aspetto positivo. Faccio un esempio. Oggi, con questo caldo, qui in montagna, o in collina, si sta assai meglio rispetto alle città piene di traffico, afose e affollate di turisti. Per questo io penso che, se si riuscirà a garantire i necessari servizi, vi possa essere un ritorno alla campagna e alla montagna. E’ un bel modo di vivere, di relazionarsi con le persone. Qui ci si conosce, ci si dà una mano. Tutt’altra cosa rispetto all’anonimato delle città. Si sta meglio qui, senza dubbio".

Paolo Guidotti