TERESA SCARCELLA
TERESA SCARCELLA
Cronaca

Ai margini del Mensola. Una tendopoli abusiva

Un gruppo di dieci persone ha occupato il terreno privato accanto al parco "È un problema noto, che si sposta da una zona all’altra ma non si risolve".

Un gruppo di dieci persone ha occupato il terreno privato accanto al parco "È un problema noto, che si sposta da una zona all’altra ma non si risolve".

Un gruppo di dieci persone ha occupato il terreno privato accanto al parco "È un problema noto, che si sposta da una zona all’altra ma non si risolve".

di Teresa Scarcella

Parco del Mensola di domenica mattina. Il sole d’inverno riscalda le guance, seppur timidamente, e fa venir voglia di fare due passi in quella distesa di verde che è una boccata d’ossigeno fra i palazzi della città. Bambini giocano a rincorrersi, coppie passeggiano tenendosi per mano, sportivi con la musica alle orecchie si allenano, cani al guinzaglio si rotolano nell’erba. Qualcosa, però, stride con questo bel quadretto. Superato il centro sportivo, lì al confine con l’ex caserma dei carabinieri, sulla destra, la recinzione viene interrotta da teloni a coprire la visuale. Un uomo in bici si ferma in quel punto, lascia il mezzo lungo il sentiero che guarda verso l’Arno e corre verso la recinzione, perdendosi nella boscaglia. Poi ritorna dopo pochi minuti, monta in sella e parte. In un’ora la scena si ripete almeno quattro volte, cambiano solo i volti dei protagonisti, dopodiché il copione è lo stesso.

Tra gli alberi si nasconde, neanche troppo bene, un vero e proprio insediamento. Ci sono auto palesemente in là con l’età, che non vengono messe in moto da chissà quanto tempo, bici smontate, di cui rimangono solo gli scheletri, divani e mobilia varia, baracche improvvisate che si reggono a stento in piedi sotto rami e coperte, vestiti per terra, tra bottiglie e rifiuti. "È così da tempo, c’è un viavai quotidiano" dicono i frequentatori del parco, quasi rassegnati all’idea di quella convivenza imposta e non gradita. La situazione è infatti ben nota alle forze dell’ordine, oltre che ai residenti della zona.

Una striscia di terreno privato, che confina con un’area militare, è da tempo occupato abusivamente da un gruppo di persone di etnia rom. Sono una decina, tutti maggiorenni e perlopiù uomini. A quanto pare non hanno un lavoro stabile. Cercano di sopravvivere improvvisando attività come la vendita di materiali di scarto. I rifiuti all’interno dell’area sono probabilmente ciò che rimane del loro ’lavoro’ di recupero fatto per strada, nei cassonetti del vestiario, nel tentativo di ripiazzare la roba sul mercato. Stessa logica per le bici smantellate, i cui pezzi verrebbero appunto rivenduti. Il reparto anti degrado della polizia municipale periodicamente va a fare un controllo, con l’obiettivo di sgomberare il terreno, di allontanarli, ma loro puntualmente ritornano. Di vivere in una struttura di accoglienza non ne vogliono sapere. Significherebbe dover rispettare regole e orari di cui, evidentemente, ne fanno volentieri a meno.