CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

Quanto rendono gli AirBnb a Firenze? La tassa di soggiorno di 10mila affitti brevi vale 14 milioni di euro

Nel 2023 la piattaforma ha versato circa un milione al mese di imposta. Il tesoretto rappresenta circa il 20% di quanto sborsato dagli hotel. Intanto tre maxi host controllano quasi 500 appartamenti in città

Turisti in centro a Firenze (Foto New Press Photo)

Turisti in centro a Firenze (Foto New Press Photo)

Firenze, 6 agosto 2024 – Odiati, amati, accusati. Ma comunque usati. Non soltanto da chi vuole trascorrere una notte in città senza passarla in hotel. Ma anche da chi, in questo caso tutti i fiorentini, riceve un beneficio economico che infila dritto nelle casse di Palazzo Vecchio sotto forma di imposta di soggiorno. Sono gli affitti brevi della piattaforma AirBnb che in città hanno raggiunto quota 12.200. Sì, ma quanto rendono a Firenze come incasso diretto, al di fuori dell’indotto? Non poco. L’ultima cifra consolidata è quella riscossa dagli utenti e versata direttamente dalla piattaforma AirBnb al Comune come imposta di soggiorno: si tratta di 14 milioni e 389mila euro da gennaio 2023 a gennaio 2024. In pratica una media di circa un milione di euro al mese.

Il mese più redditizio è stato aprile 2023 con una tassa di soggiorno totalizzata e versata di circa 1 milione e 600mila euro, seguito da maggio con un milione e 395mila euro. Sul terzo gradino del podio, invece, c’è luglio con un milione e 341mila euro. Il mese più scarico? Dicembre con ’solo’ 875mila euro versate da AirBnb a Palazzo Vecchio come imposta di soggiorno riscossa dagli utenti che hanno soggiornato in città.

Il totale dell’incasso rappresenta però circa il 18% dei 77 milioni di imposta di soggiorno preventivati da Palazzo Vecchio per il 2024. In pratica un quinto del totale: segno che il grosso degli incassi, più di 60 milioni di euro, della tassa arriva ancora dai 393 hotel presenti in città, dei quali quasi 300 si trovano in centro storico.

“Si tratta di numeri importanti – commenta l’assessore al Turismo e allo Sviluppo economico, Jacopo Vicini – ma la nostra intenzione è lavorare ancora di più sulla lotta all’evasione sul fronte degli affitti brevi: esistono ancora degli estremi per recuperare fondi che rischiano di sfuggire”. Ma sul rischio demonizzazione del turismo di massa, Vicini è prudente: “Credo che il tema sia quello della percezione da parte dei cittadini: dobbiamo riuscire a incidere su quella che ’restituisce’ una visione poco ordinata e caotica del turismo a Firenze e attutirla. Ma, allo stesso tempo, ridurre l’evasione e mantenere lo stesso impatto economico”. Sullo stesso fronte anche la sindaca Sara Funaro.

“Sono ben consapevole che Firenze sia una città turistica e che si debba lavorare per un turismo sostenibile e di qualità, nessuno demonizza il turismo. Vogliamo, però, che Firenze sia sostenibile per i turisti e anche e soprattutto per i residenti”. Da qui la richiesta di un quadro legislativo chiaro: “È necessario – conclude – avere delle norme per regolamentare il mercato degli affitti turistici brevi e riuscire ad avere quel mix che permetta di trovare casa per i residenti, per le persone anziane, per i giovani che decidono di vivere la città: voglio avere una Firenze che aumenta la residenza, dove i lavoratori, gli studenti possano trovare casa”. Anche perché i numeri della piattaforma AirBnb sono in crescita esponenziale.

Un boom che rivive anche nella tassa di soggiorno lasciata sul territorio: nel 2022 la piattaforma aveva versato circa 11 milioni di euro su un totale di 43 milioni incassati complessivamente. Il balzo è arrivato con l’innalzamento della tassa ad aprile 2023: 3,50 euro a notte per gli hotel a una stella e i campeggi, fino agli 8 euro dei 5 stelle. Ma il mercato cittadino sembra sempre più in mano a pochi big. Basti pensare che il portale Inside AirBnb individua 20 host che controllano, da soli, più di un migliaio di appartamenti e case. Il primo in classifica è l’host ’Edoardo e Michela’ che, dietro quel nome così familiare, gestisce ben 251 appartamenti in città. Per dare un’idea: il Four Season di Firenze ha 116 fra camere e suite, meno della metà. Al secondo posto nella classifica dei grandi host si trovano ’Mamo’ con 148 appartamenti seguito da Welcome to our holiday home con 114 appartamenti. Vere e proprie aziende che, attraverso la piattaforma, danno ospitalità ogni giorno a migliaia di turisti. Intanto per sfruttare al massimo l’ondata di turismo che sta spingendo l’economia italiana la tassa di soggiorno potrebbe venire estesa a tutti i Comuni che vorranno applicarla e potrebbe diventare più cara. È, per ora, solo un’ipotesi già messa nero su bianco in una bozza di decreto. Tanto basta alle imprese per salire sulle barricate. Federalberghi è netta: le imprese del turismo «non condividono la proposta di aumentare ulteriormente la tassa”. Anche perché “sono trascorsi solo pochi mesi da quando, in vista del Giubileo, il tetto massimo è stato elevato del 40%”.