REDAZIONE FIRENZE

Airbnb, i conti in tasca. Le 12mila case ’brevi’ valgono 16 milioni . Patto con gli altri big

Cresce del 17% il gettito che la piattaforma versa al Comune con un accordo del 2017. Palazzo Vecchio si dice "disponibile a valutare accordi simili con altri player".

Il 2024 è stato l’anno d’oro delle presenza di turisti in città: 14 milioni

Il 2024 è stato l’anno d’oro delle presenza di turisti in città: 14 milioni

di Francesco Ingardia

La tassa di soggiorno ormai si è tramutata in un vero e proprio tesoretto per le casse del Comune. Il gettito derivante dalla ’gabella’ per il macro settore del turistico ricettivo nel 2024 è balzato a 77 milioni di euro. Cifra record, sei milioni e spicci in più rispetto all’anno precedente. C’era da aspettarselo con numeri da capogiro come i 14milioni di presenze all’ombra del Cupolone e 12.477 appartamenti registrati sulla piattaforma di Airbnb.

Solo il colosso di Dublino foraggia un quinto del totale della tassa di soggiorno. Peraltro, ritoccata all’insù di ulteriori 50 centesimi dal 1 febbraio con apposita delibera di giunta del dicembre ’24 per i pernottamenti nelle strutture ricettive extralberghiere che hanno le caratteristiche della civile abitazione, come gli affittacamere, i bed & breakfast e le case vacanza, portandola così da 5,5 a 6 euro a persona a notte. Dal 2017 vige una disciplina ’speciale’ che regola i rapporti tra Palazzo Vecchio e Airbnb, sulla base di un accordo per "l’applicazione, riscossione e riversamento dell’imposta di soggiorno". In buona sostanza Airbnb funge da sostituto d’imposta da 8 anni a questa parte. Per cui gli utenti della piattaforma pagano l’imposta al momento della prenotazione, Airbnb la raccoglie ed entro il 15 del mese successivo la riversa al Comune.

Rivelatorio il report sul ’conto della gestione dell’agente contabile’ di Airbnb. Conto che per il 2024 ammonta a 16,8 milioni "versati alla tesoreria" del Comune (2,5 in più rispetto al 2023). Spulciando i tabellari, balza all’occhio la forbice piuttosto ampia degli importi riscossi e versati in base ai periodi. I mesi più remunerativi sono (paradossalmente) quelli di bassa stagione. Come gennaio (1,7 milioni), febbraio (1,8) e marzo (1,9). Con la primavera l’asse è discendente. Una contrazione progressiva da aprile (1,6) fino a giugno (1,3). Mesi, notoriamente di boom in città di turisti per ammirare le bellezze artistiche di Firenze.

Trend confermato in discesa con le folate prolungate di caldo africano a cui ormai i fiorentini hanno imparato a familiarizzare tra luglio (1,3) e agosto (1,2). L’atipicità del dato può trovare giustificazione nella scelta di pernottare in quel periodo di riferimento fuori dal perimetro cittadino da parte di turisti più inclini alla campagna che alla città. La contrazione massima si registra con l’arrivo dell’autunno, fino al minimo storico dentro l’anno solare tra novembre e dicembre. Entrambe sotto al milione di gettito sotto forma di tassa di soggiorno (949mila euro e 996mila euro, in pieno periodo natalizio). Ora, una riflessione di fondo incombe.

Il previsionale stimato da Palazzo Vecchio per il 2025 sfonda il muro psicologico degli 82 milioni di euro. Col gettito garantito nel 2024 il Comune già redistribuisce risorse per finanziare comparti di mobilità con l’acquisto di mezzi per il trasporto pubblico locale. Ma anche beni culturali e ambientali, manutenzione del verde e del patrimonio storico-monumentale.

L’accordo con Airbnb il Comune ritiene che negli annni abbia "funzionato benissimo". Ma può essere replicato? Resta allora da chiedersi se l’assessorato al Turismo intenda valutare l’estensione agli altri giganti come Booking o Expedia come sostituti d’imposta. Anche per semplificare e non rimettersi alla buona fede dei singoli proprietari al momento del versamento della tassa di soggiorno.

A domanda diretta, il Comune di Firenze "resta disponibile a valutare accordi analoghi anche con altri player". Porte aperte, dunque, a un futuribile tavolo di trattativa. A patto che però la disponibilità sia ricambiata.