STEFANO BROGIONI
Cronaca

Aiutò Massimiliano a morire: "Cappato non ha compiuto reato". La procura chiede l’archiviazione

Il tesoriere dell’associazione Coscioni si autodenunciò dopo aver accompagnato in Svizzera il 44enne toscano

Aiutò Massimiliano a morire: "Cappato non ha compiuto reato". La procura chiede l’archiviazione

Firenze, 18 ottobre 2023 – Non ha compiuto nessun reato, Marco Cappato, quando nel dicembre scorso, accompagnò a morire in una clinica svizzera il 44enne di San Vincenzo, Massimiliano, malato di sclerosi multipla. E’ il pensiero della procura di Firenze, che ha chiesto l’archiviazione della denuncia per aiuto al suicidio che lo stesso Cappato, in qualità di tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, fece contro se stesso al ritorno dal viaggio in terra elvetica presso i carabinieri della stazione di Santa Maria Novella, nel dicembre scorso.

Quel giorno, in caserma, c’erano anche Felicetta Maltese, fiorentina, attivista della campagna Eutanasia Legale (e presente nella clinica in cui si spense il livornese), l’avvocata Filomena Gallo e la giornalista Chiara Lalli.

L’ultima parola spetterà comunque al gip, che potrà assecondare il pensiero della procura oppure ribaltarlo, disponendo un’imputazione per Cappato.

L’impostazione della procura fiorentina ricalca comunque quella assunta in passato da altre procure davanti a casi analoghi di suicidio assistito.

I pm di Milano, ad esempio, seguendo la linea dettata dalla Consulta dopo il caso di dj Fabo (il suicidio assistito in Italia è legale quando il malato che ne fa richiesta è affetto da patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli), non ha ritenuto reato il comportamento di Cappato nei confronti di Romano, 82 anni, ex giornalista e pubblicitario, relegato in un letto da una forma grave di Parkinson, e l’aiuto offerto a Elena Altamira, 69enne veneta malata terminale di cancro.

E adesso, un’apposita commissione della Asl Toscana Centro dovrà valutare la richiesta di una cinquantenne affetta da una forma devastante di leucemia di accedere alla somministrazione del farmaco per il fine vita. Se la commissione valuterà la sussistenza di tutti i requisiti indicati dalla sentenza della Corte Costituzionale sarà scelto il farmaco più appropriato, successivamente il comitato etico darà il suo parere.