Palazzo di giustizia
Firenze, 7 giugno 2022 - Una separazione tempestosa, di mezzo anche un figlio di poco maggiorenne. Le ’incursioni’ a casa del marito, poi ex, avrebbero alimentato tensioni. Minacce alla moglie. Pure se l’uomo – a certe condizioni – poteva andare a trovare il ragazzo.
Liti, sconforto e paura, di lei, che potesse accadere qualcosa di grave. La donna, oggi 54enne, casalinga, chiamava allora il 112 dei carabinieri.
La pattuglia dell’Arma regolarmente andava subito in loco ma dell’uomo, un commerciante di 56 anni non c’era traccia. Tutti gli interventi delle pattuglie andarono a vuoto. Una dozzina minimo. Andò avanti così 14 mesi tra il giugno 2017 e l’agosto 2018.
I carabinieri quelle telefonate le hanno messe in conto e hanno denunciato la donna per procurato allarme. Ora quelle chiamate della signora compiute in tempi diversi, le sue telefonate al 112 con richieste di intervento paventando (secondo i carabinieri) ’pericoli inesistenti’, saranno oggetto di un processo. Il giudice Valeria Vecchio ieri ha rinviato a giudizio la donna, difesa dall’avvocatessa Sabrina Dei. Prima udienza dibattimentale a dicembre. I due coniugi erano già stati citati a giudizio, lui per minacce e lei, appunto, per procurato allarme.
Due accuse riunite in un unico fascicolo.
g.sp.