di Ilaria Ulivelli
L’ospedale Meyer è in fermento. Si sta preparando ad accogliere i piccoli che hanno bisogno di cure, ora ricoverati negli ospedali ucraini che vengono svuotati per il rischio bombardamenti e per accogliere i feriti dalla guerra. Non si sa ancora il numero esatto dei bambini che saranno destinati qui. Ma il pediatrico deve fare ancora i conti con il Covid. Si sperava che la quarta ondata fosse in esaurimento, invece il rialzo (da una settimana) dei nuovi positivi ha impedito che si smobilitassero gli otto letti riservati ai positivi al coronavirus. Purtroppo anche il numero dei ricoveri per Covid ha smesso di segnare robusti numeri col segno meno davanti. Un pessimo segnale in questa situazione.
Si stanno allestendo i posti per i bambini in fuga dalla guerra e costretti ad affrontare cure pesanti. Troveranno professionalità e un’accoglienza anche per le mamme.
Mentre stanno bene, bene come si può stare quando si scappa da una guerra, i ventuno bambini arrivati venerdì sera all’Istituto degli Innocenti. In fuga dalle bombe. Stravolti dal viaggio e imbacuccati contro il gelo. Il Meyer ha inviato un pediatra, li ha visitati tutti. Nessuno ha avuto bisogno di ricovero. Anche se ognuno ha un passato di traumi con cui dovrà fare i conti: è già prevista la consulenza con psicologi e psicoterapeuti, affiancati da un mediatore culturale. Avevano perso i genitori, per questo in Ucraina erano in orfanotrofio, in attesa di trovare una nuova famiglia, legami d’affetto cui affidarsi per crescere e costruire un’altra vita. Molti sono piccoli: hanno tre, cinque, otto anni. Solo tre dei ventuno hanno fra i 14 e i 17 anni.
Sono arrivati accompagnati dagli operatori di Save the Children e del Consiglio italiano per i rifugiati. Via dall’orfanotrofio ucraino dove avrebbero rischiato troppo. E’ stata coraggiosa la direttrice dell’istituto quando, rivolgendosi alle organizzazioni umanitarie, ha chiesto che i ragazzi venissero portati al sicuro. Lontani da quella casa temporanea che avrebbe potuto trasformarsi in una trappola.
Resteranno all’Istituto degli Innocenti tutto il tempo che servirà prima che sia trovato per loro un alloggio in una famiglia. Al centro affidi del Comuni arrivano centinaia di telefonate. Un bel segnale di solidarietà. ma nessuno pensi si avere scorciatoie. Si cercherà di fare in fretta. Ma restando nelle regole. Famiglie, coppie, single che si sentono pronti devono seguire il percorso di incontri e valutazioni per l’inserimento in banca dati. Poi il giudice del tribunale per i minorenni deciderà sulla base delle relazioni presentate.