REDAZIONE FIRENZE

Alberghi in ginocchio "Riuscirò a riaprire?"

"Già cinque settimane di stop E dovremmo pagare 10mila euro di Tari mentre non si fa un solo grammo di rifiuti"

L’albergo è chiuso dal 3 marzo. Quel giorno è arrivata anche l’ultima prenotazione. Da quel momento il buio. Nessun turista, tutto fermo e non si sa fino a quando. "Riuscirò mai a riaprire?".

E’ l’interrogativo che si pone da settimane Lorenzo Peroni, proprietario dell’hotel Crocini, tre stelle, situato in Corso Italia, a due passi dal consolato degli Stati Uniti. "Se dobbiamo riaprire con le nostre gambe, credo che pochissimi, della nostra categoria, ce la faranno. Per questo – è l’appello dell’albergatore – serve un aiuto concreto. Il problema è la liquidità, che non abbiamo. Ci sono da pagare affitti, bollette, tasse. Solo di Tari paghiamo 10mila euro l’anno, ma è da un mese ormai che l’albergo non produce un solo rifiuto. Spero che si possa tenere conto anche di questo".

Unica boccata d’ossigeno è arrivata dalla cassa integrazione. "Ho fatto ricorso alla cassa integrazione per i miei due dipendenti, ma purtroppo quest’anno – aggiunge – non ho potuto avviare a marzo i consueti contratti stagionali". "L’hotel è piccolo, ha 20 camere e prima dell’emergenza si lavorava per il 90 per cento con gli stranieri: brasiliani, russi, europei, americani, africani. Anche quando si potrà ripartire, vista l’esplosione della pandemia nel mondo, si dovrà ripartire solo con gli italiani e questo non basterà. C’è molta concorrenza. Tante le camere offerte dai privati e a quelle censite va aggiunto un 30 per cento almeno di sommerso", spiega. Qualcuno paragona questa situazione a una guerra.

In realtà, secondo Peroni, è peggio di un conflitto. "Mio padre faceva l’albergatore, l’hotel c’è dal 1926. Ha superato la seconda guerra mondiale, l’alluvione, l’l1 settembre. Ma questa volta è molto più tosta: il rischio, questa volta, è di non farcela".

mo.pi.