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Cronaca

Albero caduto a Firenze, l’esperto: “Ad un’analisi visiva sembrava tutto regolare”

Ferrini: “L’amministrazione comunale fa controlli continui e approfonditi, ma non esistono mezzi idonei ad analizzare in modo sicuro le radici. Il rischio zero in fatto di alberi non esiste”

L'albero caduto a Firenze sui viali (New Press Photo)

Firenze, 2 novembre 2023 - “Un albero che cade fa impressione, certo. Si pensa inevitabilmente a quel che sarebbe potuto succedere. Vorrei però far presente che ogni anno in Italia i morti per cadute di alberi sono circa 5-6. Come dire: un rischio, quindi, ridotto, a fronte di enormi benefici. Sempre a livello nazionale, se avessimo una copertura arborea del 30% avremmo al momento 40mila morti in meno l’anno”. A parlare è il professore di arboricoltura e coltivazioni arboree al dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali di UniFi Francesco Ferrini, con cui proviamo ad indagare sulle cause del crollo del bagolaro in viale Giannotti.

“La questione è complessa, perchè le cause possono essere diverse - spiega il docente, esperto di verde urbano -. Da quel che ho visto dalle foto c’è stato un cedimento radicale. L’amministrazione comunale fa controlli continui e approfonditi, ma non esistono al momento mezzi idonei ad analizzare in modo sicuro le radici. I tecnici analizzando un albero guardano il tronco e la chioma per individuare eventuali difetti. Il Comune poi procede secondo la riduzione del rischio. Il rischio zero in fatto di alberi, come delle strutture, non esiste. Esiste piuttosto una riduzione del rischio”.

“Anche se la chioma non evidenzia particolari problemi, può darsi che l’apparato radicale non versi in buona salute - prosegue il docente -. In viale Giannotti gli alberi manifestano un buon vigore. Eppure, stamani c’è stato un crollo. Andrebbe anche visto se ci sono stati scavi pregressi o interferenze coi sottoservizi. Può darsi che a causa di simili passati interventi l’apparato radicale non garantisse un sufficiente ancoraggio. In questi giorni, poi, il terreno è saturo di acqua. E durante i temporali associati a forti raffiche di vento possono accadere dei cedimenti parziali, che diventano totali alla successiva raffica”. Quel bagolaro, “ad un’analisi visiva non sembrava manifestare problemi”, afferma Ferrini.

In tutto, a Firenze abbiamo circa 78mila alberi pubblici. “E 15mila di questi vengono rivisti almeno una volta ogni due anni, se non più frequentemente - informa il docente -. Ogni albero fiorentino viene periodicamente controllato, in funzione dei risultati precedenti. Le verifiche avvengono con una frequenza che può variare dai 6 mesi ai 5 anni”.

Per scongiurare il rischio crolli, di ogni pianta viene verificata “la potenziale pericolosità”. “L’amministrazione deve valutare se il rischio può esser gestito o meno - dice Ferrini -. Qualche volta, quando il rischio è troppo elevato, l’albero va abbattuto. È una decisione che fa male a tutti. Ma qualche volta è ineluttabile”. Per quanto riguarda il bagolaro, il professore è netto: “E’ una delle specie più rustiche che abbiamo. Autoctona, resiste molto alla siccità. Insomma, è una fra le migliori per la città. A parte alcuni alberi notoriamente invasivi come la paulownia o il falso gelso, non ci sono piante che non devono a priori stare in città. Va verificato caso per caso. Il pino, ad esempio, è irrinunciabile dal punto di vista paesaggistico. Il problema è quando i pini, come tutti gli alberi, confliggono con il traffico, le infrastrutture e i palazzi”.