MANUELA PLASTINA
Cronaca

Il crollo sei anni dopo, lo strazio resta vivo: "La vita si è fermata con Alberto e Marta"

Lo sfogo di Franco e Daniela, genitori del 32enne fiorentino che il 14 agosto 2018 morì inghiottito dalla voragine con la fidanzata: "Speriamo siano accertate le responsabilità, spezzato il loro futuro"

Alberto Fanfani aveva 32 anni e la fidanzata Marta Danisi 29

Alberto Fanfani aveva 32 anni e la fidanzata Marta Danisi 29

Firenze, 15 agosto 2024 – «Le responsabilità devono essere definitivamente accertate e auspico che il lavoro delle autorità preposte si svolga con l’efficacia e la prontezza necessarie a ogni sentimento di giustizia". Le parole di Sergio Mattarella nella ricorrenza del crollo del ponte Morandi di Genova hanno colpito profondamente Franco e Daniela Fanfani: hanno ascoltato il messaggio del presidente della Repubblica dalla loro casa di Firenze sud. Ancora una volta, non hanno voluto partecipare di persona alla commemorazione delle 43 persone inghiottite nel vuoto di quel crollo.

Tra queste, anche il loro unico figlio Alberto, 32 anni, medico, e la fidanzata Marta Danisi, 29 anni. Stavano attraversando quel maledetto ponte per andare ad Alessandria, dove la giovane donna aveva ottenuto l’atteso contratto a tempo indeterminato come infermiera. Erano felici. Ad Alberto mancava solo un anno alla specializzazione. Avevano anche fissato la data delle nozze: 25 maggio 2019. Ma quel giorno i loro sogni sono crollati con quel ponte. E così anche la vita di mamma Daniela e babbo Franco. Signora Daniela, son trascorsi 6 anni da quel giorno. "Sei anni da quando la nostra vita è finita. Non c’è più Alberto, non c’è più Marta. Non c’è più futuro. Da allora niente è cambiato. Anzi, tutto peggiora. Siamo completamente soli senza di lui, senza di loro".

A che punto è la vicenda giudiziaria legata alla morte di suo figlio?

"La stiamo seguendo attraverso il comitato dei familiari delle vittime. È lunga, è complessa. Ci sono tantissimi imputati. Contiamo il processo riprenda a settembre".

Anche quest’anno avete scelto di non andare a Genova.

"Non posso andare in quella città. Anche per le riunioni con i familiari delle altre vittime, cerchiamo di seguirle online. Non ce la faccio".

Siete sempre in contatto con la famiglia di Marta?

"Sì, siamo molto legati alla mamma e alla sorella. I nostri ragazzi erano innamorati, avevano sogni insieme e insieme sono vissuti fino all’ultimo minuto. È un legame che non può spezzarsi neanche tra noi mamme".

Ci sono state delle iniziative nel ricordo di suo figlio?

"Don Antonino, il nostro parroco, prima di morire volle intitolare ad Alberto e Marta una casa famiglia. Ogni 14 del mese facciamo celebrare una messa nel loro ricordo alla chiesa di Badia. A quella di questo sesto anniversario è venuto anche un collega di Alberto: ci ha fatto piacere. Come ci fa piacere quando i suoi amici ci chiamano e ci vengono a trovare".

Sei anni sono tanti…

"Sono tanti, ma sono anche pochi. Alberto era buono, era bravo, aveva un futuro radioso davanti. Aveva trovato la felicità con Marta, stavano per realizzarsi nel lavoro. Mattarella ha auspicato che giustizia sia fatta fino in fondo e in breve tempo. Devono essere accertate le responsabilità gravissime di questa strage. È ciò che speriamo anche noi. Anche se la nostra vita si è fermata a quel 14 agosto di 6 anni fa".