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Le lettere e il memoriale: un argomento ancora scottante, una ferita per lo Stato. Per la prima volta le ultime parole di Aldo Moro che raccontano i 55 giorni della sua prigionia, si potranno rivivere al Teatro della Pergola da martedì 18 con Fabrizio Gifuni nella rappresentazione dal titolo "Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro". In scena un un fiume di parole inarrestabile, lo stesso che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere.
Lo spettacolo – ma definirlo tale forse è azzardato – si basa sul volume filologicamente aggiornato nel 2019 del carteggio dell’allora presidente della Democrazia Cristiana, barbaramente assassinato dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di prigionia tra il 17 marzo e il 9 maggio 1978.
Il sequestro Moro tenne con il fiato sospeso l’Italia, dolorosamente divisa tra “trattativisti” e intransigenti. Fabrizio Gifuni qui nel doppio ruolo di drammaturgo e interprete, evoca con coraggio il corpo di Aldo Moro, uno spettro che ancora oggi occupa il palcoscenico della nostra storia fatta di ombre. E insieme alle lettere, nella sua prigione del popolo, Moro compone un lungo testo politico, storico, personale: il cosiddetto memoriale, con le risposte e le considerazioni alle domande poste dai rapitori. Per riflettere ancora.
Titti Giuliani Foti