
Alessandro Siani La libertà di ridere: "Noi comici spiazzati nell’era social"
"Oggi è sempre più difficile far ridere le persone. A noi comici capita spesso di rimanere spiazzati". Fortuna che c’è il teatro e c’è chi come Alessandro Siani ci prova fino alla fine, pur di strapparti quella risata. Succede con "Extra libertà tour 2024", l’ultimo spettacolo del comico napoletano che sta riscuotendo successo e riempiendo teatri e che sabato (alle 20,45) e domenica (alle 16,45) sarà al teatro Verdi. Si va dai temi scottanti dell’attualità come pandemie e guerre alla solitudine dell’era del cellulare.
Perché dice che a volte voi comici rimanete spiazzati?
"I comici una volta potevano permettersi di essere irriverenti e dicevano quello che la gente non poteva dire. Oggi basta che uno apra Facebook o Instagram e sembra che si possa dire tutto di tutti".
"Succede nelle migliori famiglie" è il suo ultimo film. Si è mai sentito pecora nera?
"Fin da bambino quando salivo sulla sedia invece di recitare una poesia facevo un monologo (ride, ndr). Poi ho deciso di non seguire il percorso classico e di non laurearmi per seguire il mio sogno".
Porta "Mare fuori" a teatro. Come mai?
"Volevo raccontare in un modo diverso una serie che molti hanno amato, attraverso coreografie e musica e volevo che la figura dell’educatore e del suo ruolo fossero ancora più centrali".
Gli attacchi a Geolier a Sanremo. "Benvenuti al sud" è ancora molto attuale...
"In realtà con Claudio Bisio pensavamo a un nuovo episodio perché c’è ancora qualcosa da dire al riguardo. Però non dimentichiamo che quello di Geolier è stato il disco più venduto, "Mare fuori" ha avuto un seguito enorme, così come i film di Sorrentino o i libri di Maurizio De Giovanni. E poi c’è lo scudetto. Sono segnali che dimostrano quanto Napoli stia conquistando anche i più scettici".
Esiste una Napoli buona e una cattiva?
"Per me esistono persone buone e persone cattive e sono quelle a fare la differenza, non il luogo".
Il suo spettacolo "Fiesta" 20 anni fa segnò uno spartiacque nella comicità napoletana?
"In un certo senso sì perché ho introdotto per la prima volta un linguaggio fino ad allora era poco conosciuto. Parole come ’o frat’ non si erano mai sentite a teatro".
La cosa peggiore che le hanno detto?
"Ero giovane, dopo uno dei miei primi spettacoli mi venne rinfacciato di non aver riempito il teatro".
Quella più divertente?
"Un tizio che si è definito un mio fan mi ha fermato per strada e ha fatto una confusione tremenda con i titoli dei miei film".
Ludovica Criscitiello