FRANCESCO INGARDIA
Cronaca

Il nodo degli allagamenti: caditoie occluse e pulizia una volta l’anno. “Impianti da potenziare”

Giani e Tagliaferri concordi: “Le fogne non reggono alle bombe d’acqua”. Il contratto di Publiacqua garantisce il 115% di interventi per 46 Comuni

Firenze, 10 settembre 2024 – Brutto affare il gioco del rimpallo. Oltre alle scarpe e pantofole riposte nella scarpiera di ingresso, ormai il rischio è quello di dover abituarsi, ahinoi, a dover ricavare uno spazietto per le galosce. Pronte per essere calzate alla bisogna. La maxi cella temporalesca che domenica si è abbattuta sull’area metropolitana fiorentina ha sì fatto tremare le gambe a tutti coloro che il 2 novembre 2023 sono finiti in ginocchio per colpa dell’alluvione. Stavolta, e per fortuna, il caso è diverso e la portata anche. Il tema non sono le esondazioni di torrenti, fiumi e fiumiciattoli. Neanche quello delle casse d’espansione messe a punto per contenere quanto basta la piena portata dalle piogge. Domenica molte strade di Campi, Sesto e Calenzano, a mò di esempio, si sono allagate per la mera occlusione di caditoie. C’è un evidente problema di rigurgito fognario. Grate intasate da detriti, foglie rami tanto da mandare in tilt la rete di canali idrici.

E allora le domande sorgono spontanee: ogni quanto vengono ripulite? Si agisce ex ante o ex post? Perché nel 2024 regna sovrano il fenomeno del tombino occluso? Si incardina qui il ping pong di competenze che coinvolge l’Autorità Idrica Toscana e Publiacqua. La prima è titolare del sistema idrico integrato regionale (acquedotti, fognature nere e acque reflue); la seconda è la società affidataria della gestione di tali servizi per i 46 comuni dell’area fiorentina. Sentita da La Nazione, la società specifica i termini d’ingaggio del contratto di servizio.

Fronte caditoie, la percentuale magica è quella del 115: “Il 100% della ripulitura delle caditoie una volta l’anno per ogni Comune secondo la programmazione concordata, più il surplus del 15 in caso di richieste, urgenze o contingenze straordinarie”, la specifica di Publiacqua. Che però sottolinea che “piogge torrenziali sempre più frequenti in un lasso di tempo sempre più ristretto”. Come dire il sistema era tarato sul passato. E non più con il clima pazzo di oggi.

Altro fattore è la morfologia del territorio, delle “strade catino” che fanno da vasca di colmata a valle di tutto ciò che scende a monte in caso di alluvioni. Non è un caso che ieri, a stretto giro, il governatore Giani da un lato, ha accusato “il governo di non aver ancora fornito i fondi necessari per i lavori di ripristino dell’alluvione 2023, lasciando scoperti 1,1 miliardi di euro”. Dall’altro ha chiarito che “il maltempo di domenica ha evidenziato una criticità legata all’esondazione delle fogne, piuttosto che ai fiumi, e ha messo in luce la necessità di intervenire sul potenziamento degli impianti fognari. Con i cambiamenti climatici - ha detto -, diventa sempre più importante adottare soluzioni strutturali per prevenire simili eventi in futuro”. Sulla scia, lo stesso sindaco di Campi Andrea Tagliaferri: “Chiederemo a enti sovra comunali investimenti per interventi strutturali alla rete fognaria”. Il caso dell’hinterland fiorentino grava però di un’eccezionalità segnalata dall’Autorità idrica Toscana ce spiega: “Le caditoie fanno parte della rete di fognature bianche, che generalmente ogni Comune d’Italia affida gli interventi di ripulitura a società che si occupano di ambiente e rifiuti. Publiacqua è l’eccezione, in virtù di un accordo che risale al 2009, anni prima della costituzione di Ait”.

Ora, considerando il boom edilizio di un Comune come Campi Bisenzio, unito alla considerevole espansione territoriale dagli anni ’90 a oggi, ha ancora senso tenere in piedi la regola del 115% che prevede una pulizia l’anno nei Comuni con i fenomeni atmosferici di oggi?