ROSSELLA CONTE
Cronaca

Allarme gang e ’cani sciolti’. Campo di Marte regno dei pusher. A Novoli il racket degli alloggi

La Fondazione Caponnetto individua una cinquantina di bande nei vari quartieri della città. Dai baby bulli ai malviventi organizzati. "C’è il pericolo che si trasformino in criminali".

Dalle risse agli atti di bullismo, dal disturbo della quiete pubblica agli atti vandalici fino ad arrivare allo spaccio di stupefacenti e a furti e rapine. A Firenze, denuncia la Fondazione Caponnetto, sono tra le 40 e le 50 le gang che, a diverso titolo, stanno dando filo da torcere ai fiorentini. L’impennata delle bande si è avuta con il dopo covid.

In alcuni casi è poco più che bullismo. In altri si tratta di veri e propri pusher. "Se il fenomeno non viene controllato non è difficile che si trasformino in vere e proprie organizzazioni di tipo mafioso" sottolinea il presidente Salvatore Calleri che presenta i dati in occasione del vertice anti mafia che si terrà sabato 30 novembre alle 15 al convento di Santo Spirito.

Se il censimento completo è in corso di ultimazione, da un’analisi degli esperti della Fondazione, le bande sarebbero equamente divise tra i cinque quartieri di Firenze con una situazione più difficile nei Quartiere 1, 2 e 5.

A Firenze a preoccupare maggiormente sono le ’pandillas’ latino americane che hanno eletto a base operativa l’area a confine tra il quartiere 1, e quindi via Maragliano, via Galliano, e il quartiere 5, e quindi Novoli.

"Gestiscono lo spaccio della zona, il traffico verso le Cascine e le occupazioni degli alloggi. Sono molto pericolose" dice Calleri. Oltre alle pandillas, esistono altri sette tipi di gang: i narcotrafficanti, i gruppi misti e quelli di stranieri, le gang cinesi, i pusher arabi, le bande senza struttura e gli ’insospettabili’.

Quest’ultima tipologia è quella che trova campo nel quartiere 3. Sono composte in media tra i 5 e i 6 membri quasi esclusivamente da italiani, "insospettabili", figli della borghesia, che si rendono protagonisti di atti di bullismo a scuola o in strada, oltre appunto a commettere scippi o atti vandalici ai danni delle auto. E’ il caso di piazza Elia dalla Costa dove gruppi di ragazzini stazionano nei pressi della chiesa e, a volte, in preda alla noia si divertono a prendere a calci le macchine parcheggiate o a spaccate bottiglie di vetro contro le panchine.

A Campo di Marte il territorio è controllato da pusher e dai gruppi misti di nord africani e albanesi. "Questo tipo di bande governa lo spaccio, si dedica a rapine e aggressioni. Insieme alle pandillas sono le più preoccupanti".

Secondo la Fondazione Caponnetto, la particolarità delle gang di piazza Dalmazia, sta nelle tecniche utilizzate: arrivano in tramvia o in monopattino e ritornano a casa dopo aver saccheggiato attività o borseggiato passanti. "Si tratta – precisa Calleri – soprattutto di stranieri, a volte minori non accompagnati o, come sottolineo, male accompagnati".

Il Quartiere 4, dopo il quartiere 3, è quello relativamente più tranquillo (e anche questa è una novità rispetto al passato). Qui il territorio se lo spartiscono i gruppi misti di nord africani a albanesi.

Poi ci sono le gang cinesi (piazza Puccini, via Baracca e Osmannoro) e le gang prive di una struttura, quelle più difficili da censire, che sono le più numerose e sono caratterizzate da legami deboli, senza una gerarchia chiara. La quasi totalità è coinvolta in risse, percosse e lesioni, un terzo in rapine, furti e atti di bullismo. Ed è un po’ il caso di Santa Croce o Santo Spirito dove a maggio un ragazzino di 19 anni è stato accoltellato da una baby gang e subito dopo un gestore è stato pestato sempre da una banda di ragazzi.

Ma per Calleri, che presenterà il suo approfondimento sabato 30, anche sul riciclaggio la situazione è così grave che siamo vicini al punto di non ritorno, "perché quando si tratta di riciclaggio le indagini sono complesse, durano anni e servono tante risorse. Tante indagini della procura dimostrano come le attività riciclino denaro sporco, soprattutto in ristorazione e immobiliare".