Continua a far discutere, a Lastra a Signa, il caso dell’allevatore di cavalli aggredito a Malmantile da un lupo, almeno in base alle prime ricostruzioni dei fatti. A salvare Massimiliano Pelagatti, come lui stesso ha raccontato, è stato il suo cane, Cosmo, ma la ferocia dell’attacco gli ha comunque provocato gravi ferite a una gamba, giudicate guaribili in sette giorni.
Ad unirsi all’allarme per l’accaduto sono anche i titolari di altre aziende agricola della zona. "Ormai da molto tempo segnaliamo che la situazione non è sostenibile – spiega Lorenza Albanese -. Personalmente, lo scorso mese di agosto, ho perso 20 capre, divorate dai lupi in tre notti consecutive, nonostante i miei tentativi di proteggerle riparando e ripristinando i recinti. Lo scorso anno invece i lupi aggredirono il mio asino, che si salvò solo grazie all’intervento del cane. È una situazione non più tollerabile. Diventa impossibile allevare animali in queste condizioni".
A seguire la vicenda anche il sindaco Caporaso, che invita però alla prudenza. "Prima di tutto – precisa – attendiamo i risultati dell’esame del Dna per capire se si tratti effettivamente di un lupo. Stiamo monitorando la situazione e siamo in stretto contatto con gli allevatori". Intanto la Cia, che per prima ha segnalato il caso, chiede provvedimenti generali. "Il problema è enorme – ha dichiarato il presidente regionale, Valentino Berni –. C’è preoccupazione da parte degli agricoltori, non solo per la tutela dei propri animali, ma anche per la propria incolumità. Nelle nostre campagne non siamo più sicuri, siamo in pericolo. Dopo l’inserimento del lupo nell’allegato della convenzione di Berna, che rende meno stringente la protezione della specie, deciso in sede europea, c’è la necessità che gli stati membri, ma anche la nostra Regione Toscana, adottino politiche coerenti. Queste politiche in passato non ci sono state e ciò ha portato a un aumento del numero dei lupi, con conseguenti danni".